Guerra dei dazi, l’Italia punta sulle eccellenze agroalimentari e sull’export

28 Giu 2018 14:27 - di Annamaria Matticari

“La difesa del made in Italy non passa per i dazi“. Ne è convinta Alleanza cooperative Agroalimentari che esprime “il proprio sostegno alla posizione” espressa dal ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio e si dichiara “assolutamente contraria ad ogni ipotesi di imposizione di dazi per proteggere le eccellenze agroalimentari del Paese. Occorrono piuttosto regole certe che consentano alle nostre imprese di poter esportare in tutto il mondo”. “Noi produciamo molto più di quanto riusciamo a consumare – ha spiegato in una nota il presidente Giorgio Mercuri – per molti dei nostri comparti, dall’ortofrutta ai formaggi, al vino, abbiamo una eccedenza di prodotto e siamo di conseguenza nella condizione che esportare diventa necessario. Percorrere la strada dell’ ”Italy first” attraverso la chiusura delle barriere ci esporrebbe al rischio di pericolose ritorsioni da parte di altri Paesi che potrebbero rispondere con misure protezionistiche e inasprimento delle barriere, che avrebbero come conseguenza quella di penalizzare proprio le tante piccole, medie e grandi imprese italiane che fanno non pochi sforzi per commercializzare i loro prodotti sui mercati lontani”. La strada per Alleanza cooperative è un’altra. Come spiega Mercuri, “in tema di internazionalizzazione, abbiamo bisogno di politiche attive a servizio delle imprese, che garantiscono in primo luogo la reciprocità, ossia regole chiare e condivise che valgono per noi come per i nostri competitor. Non è possibile che cibo che viene prodotto all’estero senza rispettare tutto il rigido sistema di controllo europeo arrivi poi sulle nostre tavole”.

Dazi, nuovo monito della Cina agli Usa

Intanto la Cina ha esortato gli Stati Uniti a non accrescere le tensioni sul fronte commerciale, dopo che entrambi i Paesi hanno imposto tariffe e dazi per miliardi di dollari sulle importazioni reciproche. “Speriamo che i Paesi interessati possano fare la cosa giusta e adottare politiche che sostengano il libero scambio, gli investimenti, facilitare gli scambi e gli investimenti”, ha detto il vice ministro del commercio cinese Wang Shouwen a Pechino. “Qualsiasi pratica adottata da un membro dell’Omc (Organizzazione mondiale del commercio) che limiti il commercio e adotti restrizioni sugli investimenti non è nell’interesse dell’economia globale ed è incompatibile con i propri interessi”, ha detto ai giornalisti. Pechino ha anche pubblicato un Libro Bianco ufficiale sulla sua conformità alle regole dell’Omc, in cui si criticano l'”unilateralismo e il protezionismo”, che paragona al “chiudersi in una stanza buia”. “Mentre il vento e la pioggia possono essere tenuti all’esterno, quella stanza oscura bloccherà anche la luce e l’aria”, si legge nel documento.

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