Gambiani contro nigeriani, pestati con mazze e cocci di vetro: feroce agguato nel sonno

20 Giu 2018 12:26 - di Martino Della Costa

Una guerra fratricida all’ultimo sangue, ingaggiata in nome del controllo sul territorio – diviso in zone tra le bande di immigrati – su cui esercitare il potere criminale di ogni ordine e grado. E allora, in un tutti contro tutti, mai ufficialmente riconosciuto ma di fatto operativo da troppo, nigeriani contro gambiani, gambiani contro maliani, e chi più ne ha, più ne metta, sono tutti protagonisti di un far west cittadino in corso da anni nelle nostre province, come nei nostri grandi centri. E così, dopo la rissa nel Modenese tra immigrati africani registrata dalla cronaca appena 24 ore fa, stavolta è stato il turno di Reggio Emilia, dove una banda di gambiani ha ferocemente assalito nel sonno due immigrati nigeriani.

Reggio Emilia, feroce aggressione di una banda di gambiani ai danni di 2 nigeriani

Dunque, è ancora ricoverato in prognosi riservata il 20enne nigeriano che, l’altra notte, colto nel sonno in un locale di fortuna ricavato nelle dismesse ex officine reggiane, è stato colpito più volte a bastonate e ferito a sangue con cocci di bottiglia da un gruppo di 8 cittadini gambiani, dileguatisi subito dopo aver ferito un altro connazionale della vittima, intervenuto in sua difesa. Le tempestive indagini dei carabinieri dell’aliquota operativa della compagnia di Reggio Emilia, oltre a collocare il brutale pestaggio nell’ordine degli agguati e delle spedizioni punitive per la gestione della piazza di spaccio, hanno portato all’identificazione e al fermo dei principali responsabili della violenta aggressione: si tratta di due cittadini gambiani di 20 e 21 anni, arrestati per i reati di concorso in rapina aggravata e lesioni personali aggravate. I due sono stati ristretti nel carcere di Reggio Emilia a disposizione di Giacomo Forte, sostituto presso la Procura reggiana titolare dell’inchiesta. Non solo: in base alle indagini e alle ricostruzioni degli inquirenti al lavoro sul caso, e a conferma di una continua faida tra i due diversi gruppi di immigrati, è emerso che gli aggressori di oggi il pomeriggio del 24 marzo scorso, sempre nell’area delle reggiane, erano stati a loro volta vittime di un feroce agguato da parte di un cittadino maliano, poi preso sempre dai carabinieri reggiani, che aveva accoltellato all’addome il 21enne gambiano, ferendo il connazionale 20enne intervenuto in sua difesa. Anche in quell’occasione si era trattato di una lite maturata per contrasti legati allo spaccio di droga.

Il precedente che ha animato la faida e la brutale spedizione punitiva di ieri

Dunque, in risposta a quanto accaduto a marzo, è arrivato l’ultimo grave episodio di sangue che si è consumato poco dopo le 2 di notte di ieri, 19 giugno, quando i carabinieri del nucleo radiomobile di Reggio Emilia, supportati dai colleghi della stazione di Corso Cairoli, sono arrivati all’interno dell’area delle ex Officine Reggiane, dove erano stati segnalati due cittadini stranieri rimasti feriti a seguito di una feroce aggressione da parte di un gruppo di 8 cittadini gambiani armati di cocci di bottiglie, bastoni e, addirittura, di una falce. E come anticipato, gli aggressori, fatta irruzione nell’alloggio di fortuna occupato dalle due vittime, le hanno colte nel sonno pestandole a bastonate e ferendoli con cocci di bottiglia rotti e con una falce. Poi si sono dileguati impossessandosi di quattro cellulari, di 400 euro in contanti e di un computer. Sul posto, allora, oltre ai militari chiamati a ripristinare ordine e sicurezza, sono arrivati anche i sanitari inviati dal 118 che hanno condotto i due feriti in ospedale per le cure del caso. E allora, il 20enne nigeriano è stato ricoverato nel reparto di rianimazione (giudicato in prognosi riservata per un trauma cranico con fratture multiple del massiccio facciale e frattura complessa osso frontale, emorragia celebrale sottostante, frattura sternale e contusione polmonare), mentre all’altra vittima è stato fatto un referto con 7 giorni di prognosi per ferite varie.

Commenti

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  • Stefania kachadoorian 21 Giugno 2018

    Che si aspetta a deportarli ??? Il territorio ITALIANO non appartiene a questa bestie che vendono droga ai nostri figli.ORRIPILANTE!

  • roberto 20 Giugno 2018

    e io pago