Faida tra rom, incendiò il camper in cui morirono 3 sorelle: condannata a 20 anni

8 Giu 2018 16:02 - di Sveva Ferri

È stata condannata a 20 anni di carcere Lizabeta Vicola, la donna accusata di aver provocato il rogo del camper in cui morirono le tre sorelle rom Elisabeth, Francesca e Angelica Halilovic, di 4, 8 e 20 anni. Il rogo avvenne il 10 maggio 2017 all’interno del parcheggio del centro commerciale “Primavera” nella zona di Centocelle, a Roma, e, secondo quanto ricostruito, si trattò di una ritorsione nei confronti della famiglia delle sorelle, legata a dissidi economici maturati all’interno del campo nomadi di via Salvati, dove le vittime abitavano prima di “rifugiarsi” nel parcheggio di Centocelle.

La condanna, comminata dal Gup Bernadette Nicotra, che ha accolto la richiesta della Procura, arriva al termine di un processo con rito abbreviato. Vicola era accusata di omicidio plurimo, tentato omicidio plurimo, detenzione, porto e utilizzo d’arma da guerra e incendio doloso. Con le stesse accuse è sotto processo anche il 20enne rom Serif Seferovic, che era stato arrestato anche per lo scippo della ragazza cinese che morì travolta da un treno mentre cercava di inseguire i ladri dopo aver subito il furto.

Ha invece patteggiato una pena di due anni per incendio doloso il fratello di Serif, Andrea Seferovic, accusato di un altro attentato alla famiglia delle ragazzine: cinque giorni prima dell’incendio in cui morirono le tre sorelle, appiccò il fuoco al camper della loro nonna senza provocare vittime. Al momento degli arresti la Questura ricostruì il quadro nel quale erano maturati gli attentati incendiari e i conseguenti omicidi. «Il padre delle tre vittime era da tempo entrato in forte contrasto con alcuni Seferovic. Infatti, l’omicidio del 10 maggio è stato preceduto da alcuni episodi di litigi e danneggiamenti, sintomatici del clima esistente fra i due nuclei familiari», spiegarono da via Genova, aggiungendo che proprio per questo motivo la famiglia Halilovic abbandonò il campo nomadi di via Salviati.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *