Calenda s’inventa i post-progressisti e detta il nuovo manifesto ai dem

27 Giu 2018 10:06 - di Ginevra Sorrentino

Calenda insiste e torna alla carica: l’esperienza del Pd è esaurita di fatto, ma si può costruire un movimento che nasca dalle sue ceneri con forze ed energie nuove. E allora, la domanda sorge spontanea: l’ex ministro propone di fare tabula rasa della classe dirigente? No, rassicura prontamente i dem Calenda, ma si può dare contributo anche in ruoli di retrovia. Insomma, se non è zuppa, è pan bagnato: quel che è certo, che più che al primo, il partito democratico è ormai davvero alla frutta…

Calenda insiste: l’esperienza Pd non ha funzionato. È ora di archiviarla

E sembra che l’unico a volerlo verbalizzare e ammettere sia proprio Calenda, che infatti, ancora oggi dichiara: «È già successo tutto e più di tutto, per dimostrare che bisogna darsi una mossa. È ora di mandare in archivio un’esperienza che non ha funzionato, che la gente ritiene non rappresenti più un Paese che ha mille difficoltà e va costruita un’operazione nuova, che lavori sul civismo e sulle tante forze che ci sono nel Paese per mettersi in gioco, e che non lo fanno certamente entrando nel Partito democratico». Così Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo economico, ai microfoni di “6 su Radio 1” parla del futuro del Pd. «Tabula rasa della classe dirigente attuale? No – precisa uno degli ultimi iscritti del Pd – io credo che anzi si debbano tenere le persone che possono offrire un contributo, e lo possono fare anche in ruoli di retrovia, le classi dirigenti non sono per sempre e questo vale in primo luogo per me. Dunque penso ci voglia un fortissimo rinnovamento in cui ognuno possa e debba fornire un contributo, ma il Pd non può più essere un partito i cui membri della classe dirigente passano il tempo a discutere sulle date del congresso e delle assemblee e non si capisce nulla». E teorizzando nel dettaglio propositi e convinzioni, pubblica sul Foglio un manifesto, in cui elenca i punti programmatici che Calenda ritiene dovranno essere al centro di una nuova alleanza tra tutte le forze “progressiste”. Una sorta di nuova alleanza dem che dovrebbe vedere al centro il Pd – o quel che ne resta dopo il restyling post debacle – allargata poi ad altre non meglio specificate forze liberali del centro e della sinistra.

Il Pd ha dimostrato di non comprendere le paure e i bisogni degli italiani

L’ex ministro non menziona esplicitamente la proposta del fronte democratico, avanzata all’indomani della disfatta elettorale di domenica alle amministrative, ipotesi che ha immediatamente sconvolto e reso lividi base dissidente e renziani convinti, tutti, e osserva: «Le prossime elezioni a mio avviso non saranno lontane e quindi le si affronti costruendo un movimento che metta insieme la parte che ha funzionato del governo nazionale e delle amministrazioni locali, con forze ed energie nuove, come ad esempio ha fatto Pizzarotti con una operazione che ha messo insieme tanti sindaci capaci, ma anche tante esperienze civiche positive nel Paese… Per recuperare al centrosinistra uno spazio di rappresentanza di mondi che appartengono al nostro dna, ma che oggi non si ritrovano più nel Partito democratico». Ma, e il vulnus Calenda lo individua solo dopo, «il punto è che il Pd come partito ha dato dei messaggi molto aggressivi dimostrando di non comprendere nel profondo le paure degli italiani. La misura degli 80 euro, ad esempio, io non la condivisi da subito, sostenendo che sarebbe stato meglio abbassare le tasse sul lavoro, aumentando cosi l’occupazione», rimarca Calenda. Per non parlare del tema immigrazione, rispetto al quale il Pd non solo si è dimostrato inefficace, ma addirittura peggiorativo di una situazione già di per sé insostenibile…

Commenti

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  • giorgio 28 Giugno 2018

    ci mancava anche questa, partorita dal “fighetto” di confindustria , non e’ mia la definizione ma di un suo collega, ora collega di partito, ora per allora.

  • amerigo 28 Giugno 2018

    Sono decenni che la sinistra mangia “a 4 ganasce” sulle spalle degli Italiani che lavorano: politici, sindacalisti, dirigenti statali, tutta gente che, prima sotto la falce e martello, poi sotto vari simboli agricoli, infine sfruttando il tricolore della destra, ha cercato di restare in salotto a dissertare di accoglienza per i clandestini e vitalizi per loro stessi: ECCO IL RISULTATO! L’Italia è alla fame, il PD o come cavolo si chiamerà si aggrappa ai rasoi per non estinguersi, ma voi avete ancora la faccia tosta di vole rcercare “una soluzione”…Vi resta quella FINALE di matrice tedesca del secolo scorso, non ne immagino altre. Saluti cordiali.

  • valerie 28 Giugno 2018

    BLA BLA BLA che metta insieme BLA BLA BLA forze nuove BLA BLA BLA paure BLA BLA BLA sarebbe stato meglio BLA BLA BLA per non parlare BLA BLA BLA inefficace BLA BLA BLA non si ritrovano più. Ehi! Il supercazzolaro di sinistra ha fatto una nuova versione del disco rotto con un po di restyling… per ora si ha tralasciato i pipponi su inclusione e lotta ai falsi moralismi e politica basata sull’odio e l’ignoranza.

    • valerie 28 Giugno 2018

      ha tralasciato

  • Rita 28 Giugno 2018

    che poi alla fine, strucca strucca, il grande assente ed obiettivo è il popolo ed i suoi bisogni. a quello ci sta pensando,
    e parecchio bene direi, Salvini. frequentando la gente ha potuto conoscere che cosa vuole e di che ha bisogno e ne ha fatto la sua bandiera. così dovrebbero fare il fritto misto di sinistra, temo però che siano arrivati in ritardo

  • Franco Cipolla 27 Giugno 2018

    Calenda, che ne dice del partito della pagnotta…(magna e bevi, ber fijo de na mi…***)!
    Vi si addice perfettamente, vist che di caz…**te ne avete gia dette e fatte tante ed il ravvedersi e’ un verbo che non appartiene al vostro vocabolario. Peccato, ha perso una bella occasione per tacere.

    • giorgio 28 Giugno 2018

      perfetto il partito della pagnotta, ma personalmente suggerirei “il partito della pa….gnocca”, cioe’ il partito del mangia e bevi e della gn….occa.

  • Laura Prosperini 27 Giugno 2018

    s’inventano un altro “brand” e cercano, di nuovo, di vendersi (con la complicità dei media) ai futuri votanti/clienti.
    Chissà chi finanzia questo? vuoi vedere che sono le stesse banche d’affari straniere (quelle del pd, +euro-pa, l-eu bonino etc.etc.).
    Ora via con lo sviluppo del franchising del manifesto (pseudo) neo? repubblicano (che di res pubblica NON avrà proprio nulla!!!!