«Basta aggressioni ai medici»: da FdI una legge per prevenire le violenze

19 Giu 2018 14:21 - di Giuditta Boni

Insulti, violenze fisiche e atti intimidatori ai danni di medici, infermieri e operatori nei pronto soccorso e ospedali pubblici italiani: ogni anno sono 3mila le aggressioni registrate dalla Fiaso, la Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere, che si verificano contro medici e personale sanitario. Per fermare questo «fenomeno sottostimato e sottovalutato» Fratelli d’Italia presenterà alla Camera e al Senato una mozione, «appena partiranno le Commissioni», e poi «anche una proposta di legge». Ad annunciarlo è stata la deputata Maria Teresa Bellucci, che ha presentato oggi l’iniziativa alla Camera.

La mozione chiede al governo di impegnarsi per «colmare il vuoto normativo attualmente esistente e per tutelare la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini sui luoghi di lavoro». Nel concreto la mozione chiede anche «l’implementazione di misure di prevenzione di tipo logistico-organizzativo e tecnologico», ovvero, ha spiegato Bellucci, «telecamere nei pronto soccorso, un posto di Polizia perché ormai non ci sono più, vigilantes preparati». «La revisione della normativa – ha chiarito poi la deputata – include il reato di violenza verso gli operatori sanitari e riconosce anche il rischio di violenza. Deve essere data un’adeguata formazione ai medici e infermieri per gestire situazioni delicate. Ma serve prima di tutto tolleranza zero nei confronti delle violenze».

«Oggi c’è una difficolta degli operatori a denunciare, perché considerano il proprio lavoro fonte di violenze e altre volte perché credono che equivalga ad ammettere che hanno lavorato male. Il sommerso è altissimo. Abbiamo pensato – ha spiegato Bellucci – che fosse necessario chiamare il governo a dare risposte a un dramma che sta colpendo gli operatori della sanità». È stato il presidente dell’Ordine dei medici-chirurghi e odontoiatri (Omceo) di Roma, Antonio Magi, poi, a sottolineare che «il medico oggi non è un pubblico ufficiale e questo limita molto l’efficacia dei provvedimenti, quindi deve essere modificata la norma, ma devono anche essere applicate quelle esistenti». «Ad esempio, la raccomandazione numero 8 del 2007 del ministero della Salute, che se applicata risolverebbe gran parte dei problemi: la raccomandazione prevede che gli operatori sanitari non dovrebbero mai lavorare da soli, ma molto spesso lo sono ed è proprio in quelle situazioni – ha concluso il medico – che accadono le maggiori violenze».

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