Aquiloni incendiari da Gaza per bruciare le colture degli israeliani

8 Giu 2018 18:01 - di Giovanni Trotta

Nell’ambito delle manifestazioni palestinesi, sono state rinforzare le batterie del sistema di difesa israeliano Iron Dome per intercettare gli aquiloni incendiari lanciati da Gaza nel tentativo di bruciare i campi coltivati dagli israeliani e che hanno già causato estesi incendi. Intanto sono già circa quattromila ormai i palestinesi radunati alla barriera al confine tra Israele e la Striscia di Gaza in un nuovo venerdì di proteste. Lo riferisce il giornale israeliano The Times of Israel, che cita dati diffusi dai militari israeliani secondo cui i palestinesi hanno dato alle fiamme alcuni copertoni. Le forze israeliane (Idf) sono intervenute con gas lacrimogeni. Alcuni manifestanti, secondo lo stesso giornale, hanno lanciato pietre e sassi contro un mezzo militare.  The Times of Israel riporta anche notizie non confermate diffuse dai media palestinesi secondo cui sarebbe stato abbattuto un drone israeliano in operazione di ricognizione. Tre palestinesi sono morti nelle proteste lungo la barriera al confine tra la Striscia di Gaza e Israele, uccisi da colpi d’arma da fuoco: lo denuncia il ministero della Salute di Gaza, come riportano i media israeliani. Secondo l’ultimo bilancio delle autorità palestinesi, i feriti sono 525, 92 dei quali colpiti da proiettili veri sparati dalle forze israeliane. Molti dei feriti sono invece persone intossicate da gas lacrimogeni. Le nuove proteste lungo la barriera al confine tra la Striscia di Gaza e Israele sono scattate in occasione del primo venerdì dopo l’anniversario della Naksa (5 giugno), la seconda diaspora palestinese successiva alla conquista di Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme est con cui si concluse la guerra dei Sei Giorni nel 1967. Imponente il sistema di sicurezza messo a punto dalle autorità israeliane. Centinaia di cecchini sono stati posizionati lungo il confine e diversi carri armati sono stati dispiegati a supporto delle unità di fanteria già sul posto.

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