Aquarius, il bluff della Spagna: non c’è posto per gli immigrati. «Possiamo accoglierne otto»

13 Giu 2018 14:36 - di Marta Lima

A chiacchiere, sono pronti a ricevere i 629 immigrati della nave Aquarius, che toccherà le coste della Spagna tra venerdì e sabato, a “porti aperti”, ma in realtà non sanno neanche loro, gli spagnoli, dove metterli.  «Abbiamo fatto i conti questa mattina, al massimo possiamo prenderne otto», è il racconto di un volontario di un centro di accoglienza di Valencia, in un lungo reportage di Marco Imarisio sulle pagine del Corriere della Sera.

Si parla, in particolare, di Mislata, una città appena fuori Valencia. Si parla di grandi difficoltà nell’organizzazione dell’accoglienza, nonostante i proclami del governo socialista. Non sarà facile trovare collocazione ai 629 migranti soccorsi in mare dalla nave Aquarius, bloccata al largo a seguito del braccio di ferro tra Italia e Malta, che intanto sono stati trasbordati su due imbarcazioni italiane mentre gli altri 229 sono rimasti sulla Ong. Le tre navi sono partite per Valencia. Sistemazione sulla quale il Corriere solleva grandi perplessità.

«I riconoscimenti internazionali piovuti sulla città e sul Paese che si offerto di accogliere i profughi che viaggiano a bordo dell’ Aquarius non cancellano i problemi. Nel solo mese di maggio sulle coste dell’ Andalusia sono sbarcati 3.400 migranti, più del doppio dell’ ultimo anno», racconta il quotidiano. Al suo arrivo, nella notte tra venerdì e sabato, l’ Aquarius verrà fatta attraccare alla Marina Real, il molo riservato alla crociere del porto di Valencia. «I 629 profughi saranno portati in autobus fino all’ antica base di Alinghi, dove sorgevano il cantiere e la base operativa della barca a vela svizzera che nel 2007 scelse Valencia per giocarsi la Coppa America conquistata quattro anni prima. Si iniziano a montare le tende, ma neppure nella civile e ospitale Valencia c’ è posto per tutti i profughi dell’Aquarius. La seconda fase dell’ operazione è ancora tutta da scrivere. Con numeri piuttosto incerti”, è scritto ancora sul Corriere.

Il governo di Pedro Sánchez sta vagliando le offerte che arrivano da altre città e da altre regioni. «Non è detto che rimarranno tutti qui» afferma la vicepresidente Oltra. Per una volta la Spagna ha gli stessi problemi dell’Italia…

Commenti

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  • Giuseppe Tolu 14 Giugno 2018

    Fai il bravo ragazzo Pedro, tra un po’ toccherà alla Francia, tranquillo.