Via Caetani 9 maggio 1978, in quel giorno morì la Repubblica

8 Mag 2018 23:57 - di Aldo Di Lello

Nove maggio 1978, in quel giorno il corpo di Aldo Moro fu ritrovato nel bagagliaio di una Renault 4 in via Caetani, tra via delle Botteghe Oscure (sede del Pci) e piazza del Gesù (sede della Dc).

Ancora, dopo 40 anni ci si chiede: l’alto esponente democristiano poteva essere salvato senza fare grandi danni alle istituzioni repubblicane e all’opera di contrasto del terrorismo? È una domanda che continua a dividere. Ma forse, alla luce proprio di quanto avvenuto in Italia in questi ultimi decenni, tale quesito dovrebbe oggi apparire inutile e ozioso: comunque fossero andate le cose, i destini della Dc (e della Repubblica) erano segnati. La morte di Moro, unitamente alle modalità in cui avvenne, rappresentò la fine del sistema instauratosi in Italia a partire dal  25 aprile del 1945: armate straniere avevano allora imposto quel regime e forze straniere (con ogni probabilità) contribuirono non poco a determinarne la fine 33 anni dopo. Le Brigate Rosse furono certo il protagonista principale (e scellerato) di quanto avvenne in quei giorni, ma, senza un “aiutino” di servizi stranieri,  non avrebbero mai potuto attuare la “geometrica potenza” (secondo la stolida definizione di Toni Negri) del sequestro di Moro in via Fani e del massacro bestiale della sua scorta, né avrebbero potuto, le BR,  gestire le lunghe settimane del sequestro senza lo stesso “professionale” supporto internazionale. Pagine interessanti in tal senso sono contenute nel volume Il golpe inglese, Chiarelettere 2014, di Mario Josè Careghino e Giovanni Fasanella. A certi, incoffessabili segreti della Repubblica (da Gladio al Lodo filopalestinese) allude del resto lo stesso Moro nel “Memoriale” ritrovato in via Monte Nevoso a Milano.

Ne consegue che Bettino Craxi, nel proporre in extremis la trattativa con le BR,  non aveva probabilmente tutti i torti: si poteva salvare la vita di Moro e, con essa, l’ultima possibilità che la Repubblica rimanesse, in qualche modo,  in vita. Perché, piaccia o non piaccia, Aldo Moro era l’unica “testa pensante” del regime e l’unico che poteva indicare la via di una possibile rigenerazione. È il caso di ricordare che quel regime sarebbe  crollato quindici anni dopo, con l’operazione Mani Pulite. Nel ’92 apparve infatti chiaro che gli “ideali della Repubblica” erano ormai finiti. E la morte di Moro era stato il preludio di tale  fine. Da quella “notte”, con buona pace dei tanti apologeti “repubblicani” che sono ancora in servizio permanente effettivo, la Repubblica non è mai più uscita.

 

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