Il pugile Mirco Ricci fuori controllo: «Venite o butto di sotto la mia fidanzata»

8 Mag 2018 14:36 - di Redazione

«Venitemi ad arrestare, portatemi in carcere, sennò la prendo con una mano e la butto di sotto». Con questo grido inquietante, Mirco Ricci, l’ex campione intercontinentale Wba dei mediomassimi, in preda all’alcol e agli psicofarmarci, ha chiamato i carabinieri chiedendo insistentemente di essere arrestato, fino a riuscirci. «Sono il pugile, il Guerriero. Ho litigato con la mia fidanzata – ha detto al telefono – Venite subito prima che la butti dal balcone, non la sopporto più». Così, una pattuglia si è precipitata a Ponte Galeria. Mentre la ragazza alla vista dei carabinieri è uscita subito di casa, Ricci nel frattempo, aveva cambiato idea. «Ancora in galera, nooo!», ha urlato. Ci sono volute due ore di trattative, dalle 7 alle 9 del mattino, solo per calmarlo. Ricci è stato arrestato per l’ennesima volta.  A spingerlo a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine, il terrore di picchiare la compagna, con cui stava pesantemente litigando. Ricci è finito in manette infatti per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, perché quando sono arrivati i carabinieri, il pugile che li aveva chiamati, ubriaco, li ha insultati.

Ricci condannato già per estorsione

Ora Ricci, condannato in primo grado a quattro anni e mezzo per estorsione lo scorso febbraio, resta ai domiciliari. Però non proseguirà a scontarli a casa insieme con la compagna. Il giudice Lavinia Spaventi – sempre accogliendo la richiesta del pm – ha preferito disporre il trasferimento del pugile nella residenza del padre. L’episodio è accaduto a Ponte Galeria, dove in tanti hanno assistito alla scena drammatica di Ricci, che si sgolava dal balcone. Un Ricco veramente fuori controllo: «Sono un pugile professionista. Mi chiamano The Predator. In carcere ho dettato legge, perché lì dentro vige la legge del più forte. E io sono il più forte. Vi faccio rimbalzare la testa come una palla da basket se provate a prendermi», urlava rivolgendosi ai carabinieri. Ed ancora: «Vi strappo lo sfollagente. Vi do un cazzottone». Successivamente, con l’effetto del cocktail di alcol e psicofarmaci in via di sbollimento, il pugile è salito spontaneamente sulla gazzella, per creare poi nuovi problemi in caserma: non voleva essere ristretto nella cella di sicurezza. Davanti al giudice, poi, le scuse: «Non ricordo nulla. Mi scuso con la mia fidanzata e coi carabinieri. Ho bevuto un litro e mezzo di vino. Ero solo ubriaco. Figuriamoci se volevo essere arrestato… Sono già stato per un anno in carcere». Il giudice allora ha scelto di consentirgli di continuare ad allenare i ragazzi in una palestra vicino a casa.

Ha rischiato grosso

Intanto, la Procura ha impugnato l’ultima sentenza di condanna contro Ricci: quattro anni e mezzo di reclusione. Il pugile era accusato di aver sequestrato un bambino di 9 anni per avere indietro dalla madre una partita di droga da cinquemila euro. Una contestazione che rischiava di costare a Ricci 27 anni di reclusione, chiesti dall’accusa. La prima Corte d’assise, però, ha stabilito che non si trattasse di sequestro di persona, ma di un tentativo di estorsione con minacce. Ora, la parola passerà ai giudici d’appello.

Commenti

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  • Mikael Bolshitkov 8 Maggio 2018

    Punch happy, his brain functions have been destroyed by the punches!!!Nothing you can do, he will be like that for the rest of his life….