Uscita dall’euro e ritorno alla lira: quali sono i vantaggi e quali gli svantaggi

24 Mag 2018 10:33 - di Fortunata Cerri

Uscita dall’euro, un confronto che va avanti da tempo e che nasce dallo stato di emergenza in cui si sono trovate le famiglie italiane. Un’emergenza che trova le sue radici dal disastroso cambio fatto da Romano Prodi. E adesso il dibattito si è riacceso tra le polemiche. Sono in tanti a invocare un possibile ritorno alla Lira. Attualmente ci troviamo in una fase di estrema debolezza della moneta unica, resa particolarmente evidente dalla progressiva discesa del cambio euro-dollaro, e per questo motivo sono sempre di più coloro che spingono a favore del referendum e dell’uscita dell’Italia dall’Eurozona. Chi è favorevole a un ritorno alla Lira è convinto del fatto che in questo modo l’economia dell’Italia tornerà florida come nei bei tempi andati, con vantaggi specialmente per l’industria e per la produzione manifatturiera. Ma un’uscita dall’Eurozona e un conseguente ritorno alla Lira sarebbero veramente possibili per l’Italia? Non ci sono norme che limitano un Italexit, tuttavia questo processo sarebbe lungo e difficile e solo un governo forte e una classe politica capace sarebbero in grado di affrontarlo. In caso contrario, infatti, le conseguenze negative rischierebbero di essere maggiori rispetto a quelle positive.

Ritorno alla Lira, ecco i vantaggi

C’è da considerare ad esempio che l’uscita dall’euro farebbe esplodere i tassi di interesse e lo Stato avrebbe problemi a finanziarsi. E in tal caso i conti pubblici potrebbero essere persino più negativi rispetto a quanto lo sono oggi. Non bisogna dimenticare, infatti, che è stato proprio l’ingresso nell’Eurozona a permettere che i tassi di interesse fossero contenuti, così da dare all’Italia la possibilità di potersi finanziare. Abbandonando l’euro, quindi, i tassi tornerebbero a salire con conseguenze estremamente negative per il nostro Paese. C’è un fattore, però, che potrebbero controbilanciare l’incremento dei tassi d’interesse, ovvero l’aumento degli investimenti dall’estero. Tornare alla Lira – ovvero a una moneta ipersvalutata – attrarrà inevitabilmente gli investitori esteri (spinti anche dalla qualità della produzione dell’industria italiana) e in questo modo per l’Italia potrebbe essere più semplice ripagare il debito pubblico.

Commenti

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  • Beniamino Truglia 26 Maggio 2018

    D’accordissimo tanto meglio la nostra lira.
    Al contrario di chi la pensa diversamente, non ci saranno tanti poveri e saremo più ricchi.

  • vincenzo solla 24 Maggio 2018

    ed io che vivo di pensione in Francia, cosa faccio? debbo morire di fame? Ci ha già pensato il bocconiano a decurtarmi la pensione; il ritorno alla lira me la svaluterebbe di almeno il 50%!!!!
    Si deve cambiare l’UE non la moneta!! Lo sbaglio é stato accettarla al prezzo fissato dal mortadella!!!!

    • Giovanni Passali 25 Maggio 2018

      Ah già, l’Italia non deve uscire dall’Euro perché lei vive di pensione in Francia…

      • gino 26 Maggio 2018

        Ecco il vero motivo per cui non dobbiamo cambiare moneta 😀

  • Laura Prosperini 24 Maggio 2018

    ormai ci sono studi serissimi non solo italiani sumquesto argomento
    l?italia con la lira (peante) avrebbe enormi vantaggi nel medio termine, enormi
    chiaro che chi prende i nostri miliardi di euro non vorrà lasciarci andare (e fare a meno di quei, tanti, miliardi) e ci ostacolerebbe al max. rendendoci, a breve termine, più arduo il percorso.
    Prima o poi esploderà l’euro e quindi è meglio uscirne il prima possibile, più si rimane dentro più la Grecia si avvicina, per cui quali timori? quali disastri? evitiamo di cadere anno dopo anno nell’inferno greco, via subito tanto peggio? no, tantomeglio!!!

  • alessandro ballicu 24 Maggio 2018

    quando c’era la lira eravamo la quinta potenza economica globale eravamo tutti più ricchi come ha scritto prof savona l’euro è una gabbia tedesca per annichilire l’italia storica concorrente della germania, solo fuori dall’euro c’è speranza tutto il resto sono solo palliativi

    • gino 26 Maggio 2018

      esatto Alessandro; siamo passati da essere la quinta potenza economica dal mondo a essere uno stato marginale d’Europa in soli 15 anni… vogliamo continuare così?