Un libro su Artemisia Gentileschi, l’artista che sfidò i pregiudizi

14 Mag 2018 16:05 - di Redazione

Ha sfidato i pregiudizi, ha trasformato il suo dolore in riscatto, ha rivendicato il suo diritto di essere una donna libera. La protagonista del volume d’arte curato quest’anno da Menarini, Artemisia Gentileschi, è nata più di 400 anni fa, ma per la sua attualità sarebbe considerata, anche oggi, una fonte d’ispirazione. Per la prima volta in 61 anni, la collana d’arte del Gruppo Menarini rende omaggio a una donna artista. Nella splendida cornice della Sala Bianca di Palazzo Pitti, il direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze, Eike Schmidt, e l’autore, Alessandro Grassi, hanno presentato il volume d’arte, curato da Menarini in collaborazione con Pacini Editore, ripercorrendo la vita e le opere della Gentileschi. Nata a Roma nel 1593, Artemisia riuscì ad affermarsi in un ambiente prevalentemente maschile, conquistando, con la sua grinta e la sua raffinatezza, le corti italiane ed europee. Donna forte e risoluta, con il supporto del padre Orazio, ebbe il coraggio di denunciare la violenza sessuale subita da adolescente da parte del suo maestro, Agostino Tassi, aprendo il primo processo per stupro di cui si abbia piena testimonianza in Italia. Per far conoscere la storia di questa straordinaria artista anche all’estero, per la prima volta Menarini ha pubblicato la monografia anche in inglese, a conferma della crescente internazionalizzazione dell’azienda. “Dopo il precocissimo studio di Longhi sui Gentileschi “padre e figlia”, del 1916, è solo a partire dal secondo dopoguerra che è rinata la fortuna di Artemisia Gentileschi nella letteratura artistica, con una vera e propria impennata negli ultimi decenni – ha detto Eike Schmidt, direttore degli Uffizi – Romanzi biografici (il primo del 1947, di Anna Banti, che la riportò alla ribalta, e da ricordare poi quello documentatissimo di Alexandra Lapierre, del 1999), numerose monografie, articoli, mostre, hanno visto un progressivo viraggio dell’attenzione sulla sua figura di valente pittrice, rispetto alla vicenda personale e umana. L’uso spregiudicato ed elegante del linguaggio caravaggesco, la crudezza strepitosa della scena, fanno della Giuditta che decapita Oloferne di Artemisia, ad esempio, il secondo quadro degli Uffizi più cliccato su Instagram dopo la Medusa di Caravaggio”. “Il volume su Artemisia Gentileschi – ha dichiarato Alessandro Grassi, autore della monografia – vuole essere un avvio agile e stimolante per una rilettura dell’opera di questa grande pittrice del Seicento europeo. Piuttosto che un catalogo ragionato, rivolto ai soli specialisti, si tratta di un testo che invita il lettore a cogliere le mille sfaccettature e la vivacità culturale di Artemisia”.

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