La Turchia di Erdogan alle elezioni anticipate in pieno stato di emergenza

11 Mag 2018 17:30 - di Redazione

“Lo stato d’emergenza non rappresenta un ostacolo per lo svolgimento di elezioni democratiche”. Replica così il ministero degli Esteri di Ankara alle critiche dell’Alto commissario Onu per i diritti umani, Zeid Ra’ad al Hussein. In Turchia lo stato d’emergenza, rinnovato per sette volte, è in vigore dal fallito golpe del luglio 2016 e il 24 giugno sono in programma nel Paese le elezioni presidenziali e parlamentari volute da Recep Tayyip Erdogan con un anno e mezzo di anticipo rispetto al previsto. Per il ministero degli Esteri di Ankara le osservazioni dell’Onu sono “spiacevoli” e “basate su motivazioni meramente politiche”. “L’Alto commissario dovrebbe sapere che anche in Francia le elezioni si sono tenute sotto lo stato d’emergenza – afferma una nota che fa riferimento alle presidenziali del 2017 che hanno sancito il trionfo di Emmanuel Macron – Inoltre osservatori internazionali hanno confermato che le passate elezioni in Turchia, compreso il referendum dell’aprile 2017, si sono tenute in modo democratico, libero e trasparente”. Per le autorità Ankara lo stato d’emergenza è una “necessità” e un “diritto legittimo garantito agli Stati dal diritto internazionale”. “In Turchia le misure previste dallo stato d’emergenza vengono applicate solo contro i terroristi – insiste il comunicato – Non sono in vigore misure che limitano i diritti e le libertà dei nostri cittadini”. Ieri l’Alto commissario Onu per i diritti umani ha chiesto la revoca dello stato d’emergenza in Turchia affinché possano tenersi nel Paese elezioni “credibili”. Al-Hussein ha denunciato le restrizioni alle libertà di espressione, riunione e associazione e “un contesto che vede severamente punite le opinioni dissenzienti e contro il partito al governo”.

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