Savona rompe il silenzio: «Io, troppo coscienzioso per i tempi che corrono»

25 Mag 2018 10:04 - di Paolo Sturaro

«Caro direttore, leggo sul tuo illustre quotidiano che il presidente Mattarella sarebbe irritato per le motivazioni alle mie dimissioni da Euklid Ltd e la polemica scomposta che si è svolta intorno alla mia candidatura mi ha convinto che, venissi o meno nominato ministro dell’Economia e della Finanza, sarebbe stato meglio che mi ritirassi dalla presidenza di Euklid, potendo rappresentare un ostacolo al decollo dell’iniziativa». In una lettera al direttore del Sole 24 Ore, l’economista Paolo Savona, in pole per la poltrona di via XX settembre in un eventuale futuro governo gialloverde, spiega le ragioni delle sue dimissioni dalla Euklid Ltd, «l’innovativa società di gestione del risparmio creata dai miei giovani allievi – scrive -, alla quale ho dedicato gli ultimi due anni della mia attività di studio e professionale».

«Forse sono troppo coscienzioso per i tempi che corrono – spiega Savona -. Spero e penso che il presidente Mattarella sia all’oscuro di quanto affermato da ambienti a lui vicini. Non ho affermato che le dimissioni fossero dovute a impegni di governo, ma a impegni pubblici; se esiste un altro modo per definire il mio coinvolgimento nelle vicende politiche in corso, ho avuto torto e me ne scuso pubblicamente».

Chi è Paolo Savona

Ottantadue anni, economista di lungo corso, già ministro per il governo Ciampi. Classe ’36, laurea in Economia e commercio nel 1961, specializzato successivamente in economia monetaria ed econometria presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT), ha iniziato la carriera presso il Servizio Studi della Banca d’Italia, diventandone direttore. Ruolo ricoperto fino al 1976, quando vinse il concorso a cattedra e lasciò la Banca d’Italia per insegnare Politica economica prima all’Università di Cagliari e poi all’Università Pro Deo, rifondata in seguito come LUISS Guido Carli. Nello stesso anno, quando Guido Carli diventò presidente di Confindustria, Savona ne diventò Direttore generale, carica mantenuta fino al 1980.

 Dopo l’esperienza in Confindustria, Savona è stato quindi presidente del Credito Industriale Sardo, segretario generale per la Programmazione Economica al Ministero del bilancio, direttore generale e quindi amministratore delegato della Banca Nazionale del Lavoro, Presidente del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, di Impregilo, di Gemina, degli Aeroporti di Roma e del Consorzio Venezia Nuova. Tra il 2000 e il 2005 è stato poi consigliere di amministrazione di Rcs e Tim Italia. Dopo l’incarico come vicepresidente di Capitalia, all’atto della fusione con Unicredit è stato inoltre nominato presidente della Banca di Roma.

Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato nel governo Ciampi dall’aprile 1993 fino all’anno successivo, è stato a capo del Dipartimento per le Politiche Comunitarie della Presidenza del Consiglio dei ministri durante il governo Berlusconi III nel bienno 2005-2006. Savona è inoltre stato membro del Comitato OCSE per la standardizzazione delle statistiche finanziarie e del BIS Standing Committee on eurodollars, presidente del Consiglio Tecnico Scientifico della Programmazione Economica, della Commissione di indagine sul nucleare in Italia e membro delle Commissioni Ortona e Jucci per la riforma dei Servizi di sicurezza come esperto in materie economiche.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Laura Prosperini 25 Maggio 2018

    ci vogliono easy and smart, possibilmente senza radici con ottimo inglese (l’Italiano è facoltativo).
    Paolo Savona Ministro subito!
    In Italia (che conosciamo meglio) ma anche nel mondo, oggi, c’è molto di peggio!!!

  • alessandro ballicu 25 Maggio 2018

    è un grade con lui ministro l’italia sarebbe rispettata in europa e nel mondo. perciò la plutocrazia trema, sono abituati ad un italia sottomessa agli usa ed alla ue , schiava dealla germania e prona a subire tutte le decisioni folli e criminali adottate dai nostri falsi alleati al solo scopo di rovinarci grazie alla complicità di politici traditori

  • 25 Maggio 2018

    Troppi titoli e esperienza ! Non va bene per Mattarella e l’UE ? Pensa e sa troppo !