Pensioni più alte tra un anno: le modalità, le percentuali, il cumulo

16 Mag 2018 13:11 - di Fortunata Cerri

Il 1° gennaio 2019 entreranno in vigore le nuove regole per la rivalutazione dei trattamenti previdenziali, lo strumento con cui gli importi delle pensioni vengono adeguati all’aumento del costo della vita rilevato dall’Istat. In questo modo la pensione viene adeguata ad un eventuale incremento dell’inflazione, così da mantenere inalterato il potere di acquisto dell’assegno previdenziale con il passare degli anni. Questo strumento, conosciuto anche con il nome di perequazione, era stato bloccato dalla riforma Fornero del 2011, ma venne reintrodotto dalla legge 174/2013 che ha previsto una fase transitoria con scadenza nel 2016, poi prorogata fino al 2018. Con la fase transitoria sono stati fissati 5 scaglioni di reddito con relative percentuali di rivalutazione. Ad esempio è stato stabilito che solo coloro che hanno una pensione inferiore a 3 volte il trattamento minimo Inps (per il 2018 pari a 507,42€) possono beneficiare della rivalutazione al 100%, mentre questa percentuale si riduce con l’aumentare del reddito.

Nel dettaglio, le altre percentuali delle pensioni sono:

-95%: se l’importo è compreso tra 3 e 4 volte il trattamento minimo;

-75%: importo compreso tra 4 e 5 volte il trattamento minimo;

-50%: importo compreso tra 5 e 6 volte il trattamento minimo;

-45%: importo superiore a 6 volte il trattamento minimo.

Quindi la pensione viene rivalutata in maniera inferiore per coloro che hanno un assegno previdenziale elevato. Questa penalizzazione però sarà ridotta a partire dal 1° gennaio del 2019 quando, scaduta la fase transitoria, saranno reintrodotte le percentuali previste dalla legge 388/2000, nella quale sono indicate solo 3 (e non 5) fasce di reddito:

-rivalutazione al 100% per pensioni inferiori a 3 volte il trattamento minimo;

-rivalutazione al 90% per pensioni comprese tra 3 e 5 volte il trattamento minimo;

-rivalutazione al 75% per pensioni superiori a 5 volte il trattamento minimo.

Come potete facilmente notare, quindi, con le nuove percentuali gli importi delle pensioni saranno più alti (in caso di aumento dell’inflazione) rispetto a quanto sarebbe avvenuto oggi. Il problema è che a beneficiare di questo cambiamento saranno solamente i pensionati che percepiscono un assegno previdenziale di importo elevato, mentre per gli altri non ci sono cambiamenti all’orizzonte.

Pensioni, cumulo contributi gratuito

In arrivo anche altre novità. Il cumulo dei contributi previdenziali sarà gratuito per 8 professionisti su 10. L’Inps ha annunciato di aver raggiunto un accordo con dieci casse professionali sulle 17 previste, andando a «coprire oltre l’80% della platea potenzialmente interessata» e confidando in «una rapida adesione anche da parte delle rimanenti casse». In particolare, il cumulo dei contributi previdenziali è diventato gratuito per medici e infermieri, ingegneri e architetti, veterinari e farmacisti, periti e geometri, psicologi e giornalisti.

Commenti

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  • luigi perroni 18 Settembre 2018

    Se un soggetto che percepisce la pensione minima di 500 euro è sposato ed il coniuge percepisce una pensione non al minimo di circa 700 euro (totale mensile di circa 1.200 euro), ha diritto all’incremento dalla pensione minima da 500 a 780 euro? Grazie per la Vostra risposta…

  • Ferrante Cinzia 17 Maggio 2018

    Io ho una pensione minima di 507,00 e non ho la possibilità di
    Prendere un prestito della cessione del5 che avevo proprio bisogno dopo con l’ aumento della mia pensione potrò prendere la cessione del 5 è giusto come dico grazie di una risposta grazie

  • Laura Prosperini 16 Maggio 2018

    va bene alzare le pensioni, distribuire reddito comporta un aumento dei consumi nel mercato interno e questo è un bene.
    Bisognerebbe però diminuire i requisiti per poter accedere alla pensione affinchè non solo non si debba rimanere al lavoro in veneranda età (70 anni!!!!!!) ma si lasci il posto di lavoro alle nuove generazioni.
    Queste politiche di profondo buon senso e da tutti auspicate “costano” ma costano solo perchè gli euro dobbiamo farceli dare dalla bce.
    Se avessimo la piena sovranità monetaria, sarebbe una meravigliosa politica anticiclica cioè un vero e proprio “investimento”…