Meloni a Di Maio: «La destra non è un’etichetta, non tradiamo le nostre idee» (video)

14 Mag 2018 18:53 - di Eleonora Guerra

Un ultimo appello a Matteo Salvini, perché faccia una ulteriore riflessione sul governo con il M5s. A rivolgerlo al leader della Lega è stata la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, nel corso della direzione nazionale del partito all’Hotel Universo. «Rivolgo un estremo appello a Salvini. Vuoi davvero andare avanti con quest’avventura con il governo con M5S?», ha chiesto Meloni. «L’Italia ha bisogno di un governo, ma non di un governo qualunque, bensì di cambiamento che rompa con gli schemi del passato. Ho i miei dubbi – ha sottolineano la leader di FdI – che ciò sia assicurato dai Cinque Stelle, i cui programmi restano fumosi. Ad oggi, non ci sono garanzie per avere un governo che rompa con il passato, un governo rivoluzionario». Di contro, per Meloni, «Salvini sa benissimo che se oggi si tornasse alle urne con una legge elettorale decente, avremmo un governo di centrodestra, cioè di forze compatibili tra loro, che già governano insieme e ottimamente in Regioni e Comuni».

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Dunque, Meloni, anche nel corso dell’assemblea nazionale di FdI, ha ribadito che «la prima scelta di Fratelli d’Italia resta un incarico al centrodestra, che ha vinto le elezioni, dandogli la possibilità di verificare l’esistenza di una maggioranza in aula». «Non possiamo far parte di un governo a guida M5S. Rispetteremo il mandato che ci hanno dato gli elettori. Non è giusto che il presidente del Consiglio sia espresso da chi alle elezioni è arrivato secondo», ha proseguito la leader di FdI, sottolineando che il partito considera necessario un premier «capace di garantire le idee che condivide il 38% degli italiani, quelli che hanno votato il centrodestra», altrimenti si tratterebbe di «un tradimento della volontà popolare».

Parlando poi del contratto di governo, Meloni ha avvertito che «Fratelli d’Italia si rappresenta da sola» e, quindi, il contratto, che dovrebbe contenere «le garanzie chiare sui punti che ci stanno a cuore», semmai dovrebbe essere «sottoscritto da tre forze politiche e non da due». Oltre alla «necessità che a monte vi sia l’impegno a modificare la legge elettorale con un premio di maggioranza, in modo che via sia in ogni momento la possibilità per gli italiani di tornare a votare senza il ricatto dei governi tecnici», Meloni ha indicato tra le priorità per il suo partito il no allo ius soli, la difesa della famiglia tradizionale, la tutela dei prodotti italiani, la legittima difesa, stop all’islamizzazione dell’Europa, tutela delle forze dell’ordine. «Altrimenti – ha chiarito – faremo opposizione, non ci spaventa. E i provvedimenti che ci sembreranno condivisibili li voteremo, gli altri no». «La destra non è un’etichetta, è un’idea. E noi non ci vergogniamo di essere di destra», ha concluso Meloni, riferendosi alla pregiudiziale di Di Maio verso FdI e chiarendo che «dovremmo vergognarci se svendissimo la nostra identità e la nostra storia per una poltrona da ministro».

Commenti

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  • Giorgio 15 Maggio 2018

    Caro Mino anche nei 5 stelle risulta esserci tanto lerciume. Tornerei a sottolineare che i suoi fondatori sono ambedue giudicati colpevoli per vari reati. 1 ormai è morto mentre il comico di corte è ancora in vita. Vorrei inoltre ribadire che la politica fatta di strilloni come la Taverna e di Venditori di Bibite come di Maio non porta da nessuna parte, parliamo di ignoranti nel vero senso letterario della parola. Parliamo di un contesto internazionale senza precedenti dove bisogna essere formati, preparati ed adeguati a coprire certe mansioni, per fare il bidello ormai occorre quasi la laurea per fare il politico bisognerebbe avere quantomeno una cultura personale adeguata non basta essere onesti. Le capacità di soggetti come la Segretaria di un poliambulatorio come la Taverna o di uno che vendeva bottigliette allo stadio…quali sarebbero? Mi stupisce l’ignoranza di questa italietta di Universitari che si lascia imbambolare da rabbia ed invidia e non comprende che non c’è una formazione politica di queste persone non c’è una formazione individuale e culturale di questi soggetti e il cambiamento quello vero si può ottenere solo con persone che hanno strumenti e capacità…qui mancano entrambe. Fare le tanto amate chiacchere da bar di gente come il Movimento 5 stelle o di gente come Salvini…è facile!! La realtà poi è ben diversa!! Quantomeno la Meloni ha una preparazione politica conclamata già dall’adolescenza frequenta tale ambiente. Ci voglioni 3 mesi di mediazioni e già qualche annetto di governo all’opposizione del movimento 5 stelle per arrivare a qualche conclusione figuriamoci in ambito internazionale …aspettiamo secoli!!! I governi del o “si fa così o niente “hanno le gambe corte e sono pericolosi. Non siamo certo un paese che può permettersi errori!! Inutile parlare di casta o non casta…. e discorsi di questo genere che sono di una povertà intellettuale disarmante. Non è il problema di quanto un politico guadagni ma di quanto un politico lavori per il suo paese!! Qui ad averci guadagnato mi sembra lampante è una mandria di individui che se riusciva ad alzare con le proprie capacità e il proprio lavoro scarsi 800/1000 euro al mese ed oggi anche ridistribuendo e passando per salvatore della patria ne guadagna quasi il triplo. Quindi che dovremmo dire?? che da casta siamo passati ad uno stipendificio?? Proprio quello che invece si cerca di contrastare?

  • Alessandra 14 Maggio 2018

    Mi sembra che su tutti i temi elencati ci sia la condivisione di Salvini e anche di Di Maio. Non sul premio di maggioranza,spero, che ci porterebbe a una situazione francese ,(un banchiere sconosciuto ti governa col 23% dei voti del 40% che è andato a votare .No : il premio di maggioranza è sempre stato considerato una truffa.Tanto è, che in questo caso darebbe vittoria piena al movimento 5 stelle.Sulla jus solista moltissimi 5* non sono d’accordo e non ne parla più nessuno tranne che la Meloni.Berlusconi è finito .Ha avuto il ritorno dei pubblici diritti, che non toglie la condanna ai 5 anni Comunque sia non ha mai rappresentato la destra .Mio padre è sempre stato del MSI fin dalla fondazione e dovevate sentire cosa diceva di berlusca di Craxi e di tutta la Milano “da bere”.

    • Mino 15 Maggio 2018

      Condivido in pieno – per quanto riguarda la legge elettorale, “governa chi prende un voto in più” è una baggianata colossale, per come la vedo io accorre il doppio turno, la sfida fra i primi duo arrivati a meno che il primo arrivato supera il 50% del totale dei voti.

  • Marcello 14 Maggio 2018

    L’unica realtà politica veramente rivoluzionaria può nascere da un accordo tra le due forze politiche più o meno antisistema, cioè l’ottima Lega e il M5S, di cui auspichiamo caldamente coerenza e chiarezza di idee. Non riesco a capire in che modo si potrebbe ottenere “un governo rivoluzionario che rompa con il passato”, appiattendosi sulle posizioni di un Berlusconi ormai trasformatosi in paladino dell’euro e cane da guardia di un concetto malinteso di pseudoEuropa.

  • cammello 14 Maggio 2018

    Cammelli . . . senza mangiare ne bere . Affrontare il deserto ostico , pericoloso , difficile ma con
    un obbiettivo chiaro e imprescindibile : crederci e arrivare . Questo e’ cio’ che il centrodestra
    dovrebbe fare UNITO . Questo percorso la Signora Meloni lo sta’ gia ‘facendo da un bel po’ .

  • Mino 14 Maggio 2018

    Aridaje con l’arrivato secondo; il secondo arrivato, da solo ha qualche punto percentuale in meno dell’accozzaglia di una decina di partitini composta anche da ladri, puttane, piduisti massoni,falsi camerati e ciarlatani vari che pensano solo ai cazzi propri . o no!!!!

    • Emanuele 15 Maggio 2018

      Una decina? Ma se sono solo 3, 4 se consideriamo l’UDC.