Lupo ucciso e appeso alla fermata del bus: due denunciati. La ricostruzione

15 Mag 2018 12:54 - di Gianluca Corrente

Il 4 novembre del 2017 aveva fatto molta sensazione la notizia di un lupo ucciso e poi appeso alla pensilina dell’autobus in località Ospedaletto del comune di Coriano (Rimini). La macabra scoperta era stata fatta alla mattina. Ora i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale e della Forestale di Rimini, a conclusione di complesse indagini, hanno deferito in stato di libertà, in concorso tra loro, un uomo di 82 anni e uno di 43, per i reati di maltrattamento, cattura, uccisione e furto aggravato di un esemplare di lupo, specie animale particolarmente protetta. Le indagini hanno consentito di acquisire gravi e inconfutabili indizi di colpevolezza sul conto dei due. I carabinieri della Forestale avevano trovato la carcassa del lupo appeso per le zampe posteriori e legato col fil di ferro alla pensilina del bus. Il corpo dell’animale era stato trasportata al servizio veterinario dell’Ausl di Rimini, dove era stata effettuata una prima ispezione, appurando che l’animale aveva il cranio completamente fracassato, presentava un buco che gli attraversava il muso ed era stato trafitto verosimilmente da un forcone sul petto e sulla pancia. I militari hanno acquisito le registrazioni delle telecamere di alcuni sistemi di videosorveglianza presenti nella zona del ritrovamento, constatando la presenza di un furgone bianco, ripreso alle 4 di mattina, circa, del 4 novembre, mentre effettuava una sosta di circa 40 secondi proprio di fronte alla fermata dell’autobus dove era stata abbandonata la carcassa dell’animale. È stato quindi effettuato uno screening dei furgoni intestati a persone, ditte e aziende presenti nel comune di Coriano, compatibili con quello ripreso dalle telecamere, riuscendo ad individuare un Volkswagen Transporter di colore bianco, intestato ad un’azienda agricola ubicata nel comune.

A questo punto, l’autorità giudiziaria ha ordinato una perquisizione della ditta, nel corso della quale è stato rinvenuto e posto sotto sequestro il furgone incriminato che, tra l’altro, presentava un’ammaccatura sul lato sinistro, riconducibile a una analoga presente sulla fiancata sinistra del furgone ripreso dalle telecamere. Il camioncino aveva poi uno sportello laterale scorrevole, circostanza compatibile con il fatto che, dalla visione dei filmati, non si notava scendere nessuno dallo sportello del lato guida, né tanto meno aprire il portellone posteriore, un fatto che induceva ad ipotizzare che la carcassa dell’animale fosse stata prelevata dal furgone utilizzando lo sportello scorrevole laterale destro, di cui risultava dotato proprio il furgone Volkswagen Transporter in uso all’azienda agricola. I militari hanno effettuato dei minuziosi rilievi tecnici sul furgone, repertando numerose tracce ematiche e formazioni pilifere. L’accertamento anatomopatologico e di laboratorio, finalizzato a stabilire la causa della morte del lupo, effettuato presso l’Istituto zooprofilattico sperimentale di Forlì, ha appurato che la morte dell’animale era dovuta “fratture multiple della scatola cranica, con lacerazioni ossee e disgregazione della materia cerebrale” procurate con un “corpo contundente pesante”; inoltre, gli esami sulla carcassa hanno consentito di accertare la positività al brotifacoum, un veleno topicida che verosimilmente ha stordito il lupo nelle fasi precedenti alla sua morte, facilitandone la cattura. È stata quindi disposta l’acquisizione dei tabulati di traffico telefonico dei due indagati, nonché l’effettuazione di intercettazioni telefoniche ed ambientali, operazioni che hanno consentito di raccogliere numerosi elementi utili alle indagini; in particolare ad accertare che uno dei due indagati, dipendente dell’azienda agricola, alle 4 circa del 4 novembre 2017, aveva effettuato un tentativo di chiamata verso l’utenza in uso all’altro indagato, padre del titolare dell’azienda, agganciando nella circostanza una cella il cui ponte risultava essere ubicato nel comune di Coriano, in un luogo compatibile con quello dove era stato rinvenuto l’animale appeso alla pensilina dell’autobus.

Un ulteriore indizio che ha rafforzato ancor più i sospetti degli inquirenti sul conto dei due indagati consisteva nel fatto che, a seguito della perquisizione effettuata presso l’azienda agricola, i due hanno smesso di utilizzare le rispettive utenze cellulari, sostituendole con due nuovi numeri. In occasione della perquisizione effettuata presso l’azienda agricola, i militari della specialità forestale hanno anche accertato fatti in relazione ai quali sono state formulate le ipotesi di reato di macellazione clandestina di animali, maltrattamento di animali (con riferimento alle modalità di uccisione degli ovini destinati al macello), abbandono di rifiuti da parte di soggetti titolari di impresa (con riferimento alle modalità di smaltimento del sangue e delle carcasse degli ovini macellati clandestinamente) e detenzione illecita di animali pericolosi (un esemplare di cinghiale). Per tali reati sono stati deferiti all’autorità giudiziaria l’amministratore dell’azienda (48 anni) e l’82enne coinvolto nell’uccisione del lupo, in quanto intestatario dello stabile adibito a stalla e macello.

 

Commenti

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  • Franco Cordiale 17 Maggio 2018

    La violenza sadica e crudele contro un animale, come nel caso in questione, lascia veramente INORRIDITI ! E’ cattiveria pura, é ANIMALITA’, ma peggiore di quella di qualsiasi bestia feroce ! Chi agisce così contro gli animali, assai probabilmente non tratterebbe meglio i propri simili…penso alle violenze oggi assai di moda contro gli indifesi, bimbi, donne, anziani massacrati a botte, anche solo per il gusto vigliacco di farlo. Conclusione: li PUNISCANO duramente , anche sul LATO PECUNIARIO, ma non solo quello.