L’odore dei soldi: Falcone, Borsellino e quella scia che imbrigliò Cosa nostra

23 Mag 2018 16:48 - di Mario Aldo Stilton

L’odore dei soldi, perciò. Fu quella la scia che Giovanni Falcone e Paolo Borsellino seguirono. Segugi di legalità. E fu per aver cominciato a scoperchiare il pentolone di interessi ed intrecci inconfessabili che morirono a meno di sessanta giorni di distanza l’uno dall’altro. Troppo intelligenti, troppo siciliani. Troppo addentro ad un modo di intendere la vita, l’amicizia, il lavoro per non afferrare una verità che ciondolava libera e che aveva prodotto quel dannato tumore chiamato Cosa nostra. Fu l’odore dei soldi la svolta. Idea pensata e soppesata più e più volte. Perchè erano entrambi cocciuti. Tanto da incaponirsi – con pochissimi altri colleghi – a volerlo rappresentare davvero lo Stato di diritto. Da tempo avevano la percezione di quante metastasi avesse prodotto quel male nella loro amatissima Sicilia. Di quante connivenze e di quali convenienze fosse intriso, si nutrisse. Non la compiacente vulgata di una frotta di avidi e ignoranti senzadio, ma una società intera, in ogni sua declinazione. Persino il suo fior fiore. Talmente tanti e talmente noti che nessun Ucciardone sarebbe mai bastato a contenerli. Una società così onorata da poter lusingare, intimidire e soggiogare chiunque: praticamente tutti. Bisognava inventarsi qualcosa. L’odore dei soldi, appunto. La traccia. La pista che avrebbe potuto far emergere una realtà sibilata nei salotti, sussurrata nei palazzi, negata per strada. Una consuetudine che veniva da lontano. Dalla prima ed unica trattativa, ad ora, storicamente accertata e inconfutabile. Il rientro dei mammasantissima al seguito dei liberatori angloamericani e il loro immediato insediarsi in ogni stanza e in ogni anfratto. Sanguisughe che si fanno potere e che dal potere traggono nutrimento e si rigenerano. Difficile parlarne, figurarsi combatterle. Clientele a pacchi e pacchi colmi di pasta, zucchero e caffè recapitati in ogni casa: la democrazia nella sua espressione più singolare. Bisognava seguire l’odore dei soldi. L’intuizione di Falcone spalancò, per la prima volta, un’occasione: la possibilità di illuminare il pozzo nero dell’omertà e individuare i più alti livelli di responsabilità. Epperò è chiaro che il serpente può concedere la coda, mai la testa. È così che certe “menti raffinatissime” decisero le mattanze di Capaci e di via D’Amelio. Stragi di geometrica potenza che si rivelarono un boomerang politico. Perchè, purtroppo per loro, Falcone e Borsellino icone lo erano già. Esempi e simboli per tanti giovani che ne ammiravano l’impegno e che ostinatamente denunciavano e si battevano. A sinistra e a destra. Mai al centro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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