L’incubo dell’Ebola ricompare in Africa. Anche l’Italia a rischio

10 Mag 2018 11:35 - di Redazione

Torna l’incubo Ebola in Africa e il mondo trema. Il virus che tra il 2014 e l’inizio del 2016 contagiò oltre 28 mila persone, con oltre 11 mila decessi, è ricomparso nella Repubblica democratica del Congo dove, secondo il ministero locale della Sanità, sono finora 17 le persone uccise a causa di un nuovo focolaio. La malattia da virus Ebola (Evd) è una febbre emorragica che si trasmette alle persone da animali selvatici infetti; si diffonde all’interno della comunità per contatto diretto: con gli organi, il sangue e gli altri fluidi biologici (saliva, urina o vomito) di soggetti infetti (vivi o morti). Dall’Africa l’epidemia arrivò nella Ue, compresa l’Italia, e anche negli Usa, portata da chi era stato nei Paesi a rischio per motivi di lavoro. I primi contagiati furono proprio gli operatori sanitari.

La notizia di un primo possibile caso italiano di Ebola arrivò il 24 novembre 2014 quando Emergency annunciò, senza rivelarne il nome, che un suo operatore in Sierra Leone aveva i sintomi della malattia. Era Fabrizio Pulvirenti, che fu trasferito in Italia e curato con successo all’Inmi Spallanzani di Roma, dimesso dopo 39 giorni di ricovero. Come fu salvato Stefano Marongiu, l’infermiere di Emergency secondo caso italiano, ricoverato il 13 maggio 2015 e dimesso un mese dopo. La pericolosità del virus sta nel tasso medio di mortalità: circa il 50%. Nelle epidemie passate variava dal 25% al 90%. I primi casi di Ebola furono segnalati in Africa Occidentale a gennaio 2014, ma vennero confermati a solo a marzo. Tuttavia l’Oms non ha dichiarato l’emergenza fino all’agosto dello stesso anno. Un ritardo che innescò molte polemiche nella comunità scientifica. Dall’inizio dell’epidemia di Ebola al 27 marzo 2016 sono stati segnalati all’Organizzazione mondiale della sanità un totale di 28.646 casi sospetti, probabili o confermati di Evd e 11.323 decessi, in dieci Paesi (Liberia, Guinea, Sierra Leone, Mali, Nigeria, Senegal, Spagna, Regno Unito, Italia e Stati Uniti d’America). A gennaio 2016 l’Oms dichiarò la fine dell’epidemia in Africa occidentale. Si iniziò a parlare di un misterioso virus con febbre emorragica in Africa nel 1976. Da allora non è cambiato molto. A distanza di 42 anni, il virus continua a uccidere e da allora si chiama Ebola. A scoprire questa minaccia globale fu il microbiologo Peter Piot, che insieme ai suoi colleghi decise di chiamarlo Ebola dal nome del fiume che scorre nella valle dove era morta la suora che si era ammalata di una misteriosa febbre a Kinshasa, proprio nella Repubblica democratica del Congo.

Dal 1976 sono stati fatti dei passi in avanti per sconfiggere il virus. Presto l’arma vincente potrebbe essere il vaccino. Dal 2016 sono iniziate infatti molte ricerche per sviluppare un’arma efficace. A fine 2017 la buona notizia arriva dal successo delle sperimentazioni in Africa su due candidati vaccini per il virus Ebola, fra cui quello ideato in Italia sviluppato dall’azienda Okairos. Sempre sul versante italiano, va segnalata la lotta all’Ebola del team dello Spallanzani di Roma, nei 39 giorni di ricovero del primo paziente italiano affetto dal virus (il medico di Emergency Pulvirenti): è stata pubblicata una ricerca sulla rivista BMC Infectious Diseases. Il lavoro ripercorre l’impegno per la gestione della polmonite interstiziale, l’analisi critica delle situazioni, la lista di tutte le persone e le istituzioni coinvolte. Un ruolo determinante per l’evoluzione positiva del caso “ha avuto sicuramente la ventilazione meccanica, che ha permesso le ripresa delle funzioni respiratorie – hanno spiegano gli specialisti – e la terapia antimalarica somministrata anche se non c’era rilevanza della presenza”.

Mentre in Africa devono fronteggiare una nuova epidemia di Ebola, il virus continua ad affascinare il mondo dell’intrattenimento. Un mese fa la rete americana National Geographic ha annunciato che la storia dell’epidemia di Ebola diventerà anche un serie tv: The Hot Zone, curata da Ridley Scott. Ma già nel 1995 uscì in sala il film Virus Letale di Wolfgang Petersen con Dustin Hoffman, un thriller fantascientifico che in parte ha anticipato la grave epidemia del 2015. Lo stesso anno di uscita di Ebola Zombies di Samuel Leong. Un gruppo di ladri irrompe in un laboratorio nascosto dove vengono compiuti esperimenti con la Sars e l’Ebola su dei cadaveri che poi trasformano in zombie assetati di sangue.

Commenti

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  • Gio 10 Maggio 2018

    di sicuro se arriva l’ebola in europa sarà grazie al vaticano, al PD, alle ONG e a tutta questa pletora di disadattati crimininali che vogliono l’invasione delle bestie