La parabola Montante: se l’impegno antimafia è smontato dalla Procura

17 Mag 2018 17:28 - di Tano Canino
Antonello Montante

Lo stanno smontando pezzo dopo pezzo Antonello Montante. Anche se fino a ieri, questa icona dell’antimafia sicula, finito agli arresti, era un’onnipotente cui nulla poteva essere negato. Accordi politici, si schermisce l’ex governatore Crocetta (di cui esisterebbe persino un video hard), ma anche onori e plausi. E pure tanti applausi nonostante l’eloquio incespicante. Una celebrità. Immagini posate e proclami ne hanno scandito l’ascesa fulminante nell’Olimpo di Confindustria sicula. Anche se non è certo l’esatto momento in cui la religione della legalità si impossessò di lui. È tuttavia possibile, lo si prenda con il beneficio d’inventario, che un giovane Montante, nel lontano 1987, abbia avuto modo di leggere l’articolo di Leonardo Sciascia sul Corsera. Se non subito, magari dopo. Dopo che con quell’argomentare puntuto contro “i professionisti dell’antimafia” la polemica divampò. Ecco, la genesi di questo campione della legalità deve per forza di cose posizionarsi in quegli anni. E deve aver fatto tesoro delle gesta di altri e più noti predecessori. Gente che con la scusa dell’antimafia ha lucrato consenso e costruito carriere. Un metodo, più che un modo di procedere e relazionarsi. Sciascia l’aveva a suo tempo intuito e denunciato. Una realtà che solo chi non voleva vedere non vedeva: la cuccagna dell’antimafia albero a cui legare ogni fortuna politica o professionale. E certo, quel fortunato neologismo del maestro di Racalmuto, servì a scoperchiare la latrina. Che, però, essendo davvero fetida, fu prontamente richiusa. Con complicità, interessi e meschinità che trovarono nuova linfa e nuove occasioni dopo le stragi che costarono la vita a Falcone, Borsellino e decine di onesti servitori dello Stato. Non intruppati né intruppabili nelle carnevalate organizzate di legalità. Ecco, è stato questo genere di “società civile” a sequestrare, gestire e, perciò, svilire ogni sacrosanta battaglia antimafia. Divenuta il passe-partout dei buoni a prescindere. Buoni diventati intoccabili. Persone di cui non si può dubitare. Fino a quando un’inchiesta li smonta. Come adesso accade a Montante.

 

 

 

 

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