“Incursione” di CasaPound al comizio di Ruotolo: tutti assolti i militanti

14 Mag 2018 19:00 - di Redazione

Per la cosiddetta incursione di Casapound al comizio di Sandro Ruotolo a Civita Castellana, in provincia di Viterbo, il tribunale ha deciso: tutti assolti perché il fatto non è previsto dalla legge come reato. Insomma, ha avuto ragione la difesa che, definendo l’episodio come una “goliardica manifestazione”, aveva chiesto il proscioglimento ex articolo 129 degli otto attivisti viterbesi di CasaPound, in quanto il reato di cui erano imputati sarebbe stato impossibile da contestare. La procura riteneva che i ragazzi fossero colpevoli di “turbativa di una riunione di propaganda”: “Ma secondo la normativa speciale in materia di propaganda elettorale, il reato in questione vale solo per le elezioni a Camera e Senato – ricorda il difensore Domenico Gorziglia – mentre il decreto non fa riferimento alle elezioni regionali”. E poiché in effetti si trattava proprio di “un comizio elettorale per le regionali”, la giudice Silvia Mattei, che si era riservata, ieri ha posto fine alla vicenda chiudendo il processo con l’assoluzione di tutti gli imputati “perché il fatto non è previsto dalla legge come reato”. Lo comunica il quotidiano online Tusciaweb, che ricostruisce l’avvenuto: era l’11 febbraio 2013 quando un gruppo di militanti di CasaPound tra i 25 e i 33 anni fece rumorosamente irruzione, armato di trombe da stadio e megafoni, al comizio del giornalista Sandro Ruotolo in corso a di Civita Castellana, srotolando un’enorme striscione con la scritta Casapound. “L’irruzione è durata 1-2 minuti, ma la gente ha avuto paura, si è creato allarme, Ruotolo cercava le forze dell’ordine che non c’erano, io ho fatto quattro fotografie, poi mi sono messo tra lui e quelli di Casapound per evitare contatti”, ha raccontato durante lo stesso processo un testimone. Sandro Ruotolo era candidato come governatore della Regione Lazio per la lista Rivoluzione Civile guidata dall’ex pm antimafia Antonio Ingroia. I militanti di CasaPound vennero identificati poco dopo dalle forze dell’ordine, poi denunciati per il reato di turbativa di riunione pubblica, previsto dalla normativa speciale in materia di propaganda elettorale. Fino a che ie, a distanza di oltre cinque anni, per tutti è arrivata l’assoluzione.

(Tratto da: Tusciaweb.eu)

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