Giornalisti arrestati, l’ambasciatore turco: noi dobbiamo difenderci…

7 Mag 2018 18:14 - di Redazione

Non convince l’ambasciatore turco ain Italia, secondo il quale nel suo Paese c’è una situazione politica e sociale che giustifica la repressaione del regime. “In Turchia molti processi contro i giornalisti sono legati alla situazione” che “sta affrontando” il Paese, dove lo stato d’emergenza resta in vigore dal fallito golpe del luglio 2016. Parola dell’ambasciatore turco a Roma, Murat Salim Esenli, che questo pomeriggio ha incontrato i giornalisti presso la sede dell’Associazione Stampa Estera a Roma. Esenli, in Italia proprio dall’estate di due anni fa, non accetta le critiche sulla libertà di stampa nel suo Paese e ai giornalisti che gli chiedono ragione dei tanti reporter detenuti nel suo Paese risponde assicurando anche che contro i procedimenti giudiziari si può ricorrere “alla Corte europea dei diritti dell’uomo”. I media riportano spesso “ricostruzioni che sono frutto di fantasia”, sostiene il diplomatico, convinto che ci sia una “mancanza di comprensione” riguardo quanto accade in Turchia, un Paese che il 24 giugno è chiamato alle urne per elezioni parlamentari e presidenziali anticipate e che sta “combattendo contro Daesh, contro il Pkk, contro Feto“, l’organizzazione dell’imam Fetullah Gulen che Ankara ritiene essere stato l’ispiratore del fallito golpe. Esenli rivendica quindi il principio di difesa dei “cittadini”: “Lo Stato ha una responsabilità nei confronti dei suoi cittadini – conclude – Se non li difende è un fallimento”.

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