«Flat tax? Ecco perché in Italia può funzionare». Se lo dice Bloomberg…

25 Mag 2018 11:34 - di Redazione

La flat tax? È «un’idea molto migliore (del reddito di cittadinanza n.d.r.) soprattutto in un Paese in cui l’evasione è dilagante». A esprimere questo giudizio è stato qualche giorno fa  uno dei quotidiani economici più importanti a livello mondiale, il Wall Street Journal. A questa autorevole voce, ora si aggiunge anche quella di Bloomberg, colosso dell’informazione finanziaria mondiale.  che «Sulla carta – scrive l’esperto di economia europea Leonid Bershidsky – , il cambiamento minaccia gravi perdite di entrate per il governo. Ma, se l’esperienza di Russia e Europa dell’Est conta qualcosa, l’Italia potrebbe finire per raccogliere più tasse, a dispetto della storica inaffidabilità nazionale nel pagarle o farle pagare».

Proprio l’enormità dell’evasione fiscale (tra i 16,5 e i 38,6 miliardi di euro l’anno che portano, dice il Fondo monetario internazionale, il “sommerso” italiano a pesare per il 19,8% del Pil, contro il 10,4 tedesco o il 9,4 inglese) fa pensare che una flat tax, in Italia, possa avere l’effetto che ebbe in Russia quando l’aliquota unica del 13% mandò in pensione il sistema fiscale progressivo: «Nel 2002, l’anno dopo l’introduzione della flat tax, l’economia crebbe del 5% in termini reali, ma le entrate fiscali salirono di oltre il 25%». Un incremento, anche se più modesto, c’è stato in Bulgaria dopo la flat tax (10%) del 2008. Come si spiega? «Il vantaggio di una bassa flat tax è che la gente tende a pagarla volontariamente perché è facile da capire», senza bisogno di consulenti o commercialisti. Meno tasse dovrebbero poi tradursi in più consumi e, quindi, più ricavi dall’Iva.

Non che l’Italia sia granché anche nel riscuotere quella. Ma Bershidsky fa notare che, come dimostrato da Polonia e Ungheria (il deficit pubblico è calato nell’era di Katczinsky e Orban), i governi “populisti” hanno un potente incentivo a far riscuotere le imposte: devono finanziare le promesse elettorali sul welfare che li hanno portati al potere. Un governo “populista” non è quindi necessariamente un disastro per i conti pubblici (per la democrazia a volte sì). L’essenziale è che i “populisti”0000000171 italiani «escano dalla modalità elettorale e diano il via solo ai programmi di spesa finanziati dalla riforma fiscale e da una migliore raccolta delle tasse».

 

 

 

Commenti

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  • Marco Giacinto 26 Maggio 2018

    Boh, per uno come me con una pensione di poco più di 1100 euro/mese significa non vedere 1 euro in più e anzi dover fare una dichiarazione per non dover pagare tasse in più E come me e sotto di me c’è la stragrande maggioranza degli italiani, ai quali della flat tax non importra un tubo. Interessa invece a chi ha redditi alti, fino alle pensioni d’oro, che così saranno ancora, e di molto, più alte. Questa sarebbe la tanto vantata riduzione delle disuguaglianze?

  • Ugo De Cupis 26 Maggio 2018

    Sono pienamente d’accordo

  • Massimilianodi SaintJust 25 Maggio 2018

    Per eliminare l’evasione il rimedio è uno solo: 4 aliquote iva ed eliminazione irpef e ires. Stato con funzioni essenziali ( Difesa, Giustizia efficiente, esteri, interni, sanità, scuola 8 anni obbligatoria, poi superiori e università ai meritevoli e pagati, investimenti pubblici con Anas per tutte le strade, quindi niente province e solo 4, 5 macroregioni. Con l’IVA tutta da recuperare, pena galera, in quanto tasse e sudori degli italiani. Il resto tutto privato, senza corrotti per un visto pubblico!