Di Maio ossessionato dai complotti e nel loop del ritorno alle urne. Indica pure la data…

4 Mag 2018 10:48 - di Ginevra Sorrentino

Prima ha tentato di penetrare nelle linee nemiche per blandire il nemico, puntando a un accordo di governo con chi, bocciato dagli elettori alle urne, ha governato fino a ieri; ora, fallito il tentativo di un contratto con i dem vuole tornare al voto, Luigi Di Maio, e indica pure la data: il prossimo 24 giugno. Insomma, se la suona e se la canta, trascurando il fatto che il direttore d’orchestra non è e non può essere lui…

Di Maio è entrato nel loop: invoca solo al ritorno alle urne

E con la faccia tosta di chi è pronto a rilevare la pagliuzza nell’occhio del suo interlocutore, non accorgendosi volutamente della trave che offusca la sua vista, Di Maio grida al complotto tra Berlusconi e Renzi, bolla come pretestuose le ragioni – riforme in sospeso e nuova legge elettorale – che potrebbero indurre il presidente Mattarella alla scelta di un governo di scopo, e esortando le truppe pentastellate alla guerra santa movimentista, punta a portare il M5S in trincea declamando (come scrive il Fatto quotidiano in un’intervista al candidato premier grillino): «Noi diciamo no a un nuovo Nazareno, magari con Giorgetti premier come ho letto oggi sul Corriere della Sera. E sarebbe ancora peggio un governo di scopo, di tregua o con qualsiasi altra formula: se con 120 parlamentari abbiamo fatto perdere la metà dei voti al partito di governo, con 338 eletti non gli faremmo passare neanche un provvedimento». Avversari e potenziali alleati sono avvertiti…

Considera tutto, tranne che prendere atto del responso del 4 marzo…

E non è tutto: Di Maio, infatti, a quanto riferisce il Fatto, ne ha per tutti: per Berlusconi che a sua detta sarebbe d’accordo con Renzi, e per Salvini che, secondo il leader grillino, dovrà «decidere se aiutarli o meno a fare un governo contro di noi»… E ancora: «…Una nuova legge non si può fare, ci infileremmo in un inferno. Bisogna tornare al voto, il 24 giugno». Chiaro no? Il Rosatellum non si tocca, no a un governo di tregua: per Di Maio, infatti, l’unica prospettiva possibile è il ritorno al voto: un discorso che, per tempi e modi, rimanda solo al periodo ipotetico dell’impossibilità. Eppure Di Maio, indomito, continua a tornare alla carica, e sempre dalle colonne del Fatto proseguendo in quello che sembra solo un delirio complottista, dichiara: «I retroscena lasciano il tempo che trovano… Dal Quirinale non ci è mai arrivata alcuna richiesta in tal senso, e con il presidente della Repubblica siamo sempre stati molto chiari. Abbiamo fatto il massimo per arrivare a un governo». E ora, sembra alludere la conclusione, siamo disposti a tutto per governare: perfino allearsi col Pd e tornare alle urne. Tutto insomma: tranne che prendere atto del responso del 4 marzo e provare a dargli seguito.

Tornare al voto il 24 giugno: Di Maio indica pure la data

E parlando con i giornalisti alla Camera, toni e proposte non cambiano: «Io spero che non ci sia opposizione e che si vada al voto il prima possibile. Abbiamo studiato che si può fare», continua a ribadire imperterrito Di Maio, incurante del fatto che votare come vorrebbe lui, il prossimo 24 giugno, non si può. «Se metteranno il Presidente Mattarella nella condizione di individuare questo governo di tregua, gli altri partiti saranno stati dei traditori del popolo», punta l’indice il leader grillino, fresco di un tentativo di accordo col Pd, fallito solo perché Renzi ha detto, e fatto dire ai suoi, di no.

Commenti

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  • Alessandra Botta 6 Maggio 2018

    Poverino si è montato la testa gia’ si sente un dittatore. Neanche pensare remotamente che possa guidare l’Italia che agonizza

  • Trigliedda 6 Maggio 2018

    La scelleratezza non ha limiti.
    Tra questi nuovi giovani pseudo politici non vedo altro che arroganza,ignoranza, puerilità, imbecillita. Credono di essere intelligenti, ma hanno in testa pura segatura.

  • Antony36 5 Maggio 2018

    Purtroppo è una prerogativa di questo nostro tempo: l’ignoranza coniugata con l’arroganza. Quotidianamente assistiamo al solito teatrino: personaggi che, nella loro ignoranza e non conoscendo i presupposti necessari e la normativa, propongono soluzione ad ogni problema. Nel nostro caso, abbiamo un tipo che si ritiene all’altezza di fare il presidente del consiglio dei ministri, in forza del benestare di alcuni simpatizzanti, ma che ignora che, per andare a nuove votazioni, ci sono dei tempi tecnici da rispettare, perché determinati da apposite leggi!

  • Raffaele Boschini 5 Maggio 2018

    Tanto rumore per nulla…

  • Laura 5 Maggio 2018

    Ma questo incompetente crede proprio di essere Dio ? È colpa di tutti i suoi veti se non è nato un governo

  • Mario Salvatore MANCA di VILLAHERMOSA 5 Maggio 2018

    Di Maio deve seguire il destino di Cola di Rienzo, di Masaniello, di Robespierre, di Napoleone e sinanco di Mussolini stesso. Ma per lui Piazza Loreto è troppo onore: per lui la cloaca massima.
    Mario Salvatore Manca

  • riccardo cricelli 5 Maggio 2018

    Se questa e’ la persona che tutti amano, siamo messi proprio male, lui si proclama imperatore ma gli manca lo scettro e la corona, e’ un ragazzoi che di politica non sa proprio nulla, ritengo che se avesse agito come diceva per il bene del Paese formava il governo con Salvini premier fregandosene altamente di Berlusconi che e’ solo un socio di minoranza del CDx, portando l’italia ad ottenere un governo che potesse legiferare su cose concrete inclusa anche una nuova legge elettorale, ed in seconda analisi se si e’ andati al voto con questa legge lo dobbiamo proprio a loro che anziche’ votare con un NO secco si sono astenuti.