Ci mancava solo Master Chef migranti: il nuovo Cracco? Dal centro d’accoglienza

25 Mag 2018 13:15 - di Giulia Melodia

Ci mancava il Master Chef dei migranti, versione socio-gastronomica del noto format tv: e noi, con un colpo al demagogia spicciola e un altro alle mode multietniche in cucina, non ce lo siamo proprio fatti sfuggire. A Sesto Fiorentino sarà di scena, a partire da domani, Master Cas, appunto il Master Chef dei migranti: una versione riveduta e politicamente corretta del culto dell’accoglienza coatta e della contaminazione culinaria. E così, per la gioia dei cultori dell’ospitalità tout court, la nuova sfida ia fornelli, rigorosamente all’ultima forchettata fra tagliatelle ai funghi  (una ricetta tipica toscana) e cous cous in salsa vegetariana (dalla tradizione africana), vedrà gareggiare piatti della nostra tradizione culinaria e ricette d’importazione tipiche del continente africano. A metterci il sale e a speziare la competizione fra culture gastronomiche, una giuria composta da assoluti nip, forti di un palato avvezzo alle esperienze agrodolci di una realtà, come quella del Belpaese, intestata al melting pot.

Master Cas, il Master Chef dei migranti: la gara culinaria dell’accoglienza…

E allora, con un occhio alla tradizione e un altro alla contaminazione, quella in scena domani, (sabato 26 maggio ndr), dalle ore 18 alle 21, in piazza Ginori a Sesto Fiorentino, sarà una “singolare gara” che, se da un lato strizza scherzosamente l’occhio – e fin dal titolo – al celebre format di Sky, rielaborato in Master Cas, dall’altro ammicca strategicamente a una realtà multietnica dai risvolti non sempre così appetibili.  E allora, proprio come nel noto programma tv cult di sfida culinaria, la competizione sarà piatto contro piatto, salsa contro salsa, fra la tradizione della cucina locale e quella importata da migranti provenienti dal continente africano di stanza in Toscana. Cas, infatti, sta per centro d’accoglienza straordinaria, cioè centri che si occupano dell’accoglienza e dei progetti di integrazione dei cittadini che emigrano da noi. A giudicare il loro operato ai fornelli, però, non ci saranno i nuovi guru dei programmi di cucina, ma più demagogicamente, i palati di persone normali che con un’offerta libera per un giorno (almeno) potranno assaggiare il sincretico frutto dell’accoglienza. Toccherà infatti a una giuria popolare decidere la palma del migliore piatto e quindi del cuoco (o della cuoca) da premiare. Insomma una giuria popolare che assaggia e vota quello che gli è piaciuto di più. Ai vincitori andranno in premio buoni spesa offerti dai negozianti del centro commerciale naturale di Sesto Fiorentino.

Dai tortelli al ragù allo zighinì: la gara nel dettaglio

La gara, nel dettaglio, funziona così: le persone che vogliono partecipare, in cambio di una un’offerta libera, saranno dotati di posate e due cartoncini, uno rosso e uno blu, con cui votare la squadra prescelta. Infatti a Master Cas (proprio come a Master Chef) le squadre, miste, saranno due, rossa e blu. I due gruppi sono composti dai migranti accolti nel centro di accoglienza Il Gerlino, che hanno appena concluso un corso di formazione sulla ristorazione, e la sfida, ovviamente, sarà fra un menù di cucina tipica toscana e uno africano. Da una parte, allora, tortelli al ragù e fettuccine ai funghi, dall’altra cous cous e zighinì eritreo: tutto per guardare ancora più da vicino gli ospiti che accogliamo in massa nelle nostre città.

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