Bologna, la Mambro testimone al processo: «Condannata per ciò che non ho fatto»

23 Mag 2018 15:48 - di Redazione
Mambro

«A Bologna, non dovrei esserci né come teste né come condannata per una strage che non ho commesso». È quanto ha detto Francesca Mambro testimoniando al processo per concorso nella strage del 2 agosto 1980 a carico di Gilberto Cavallini, mentre rispondeva alle domande del pm Antonello Gustapane. «Non ho mai perso l’umanità, anche quando ho fatto cose malvagie, ma non ho fatto nulla di cui dovermi vergognare qui a Bologna». Mambro ha anche detto che «dopo Acca Larentia, nell’ambiente si cominciò a riflettere che noi di destra eravamo carne da macello» rispondendo alle domande del pm sul perché fece la prima rapina a Roma, nel 1979, all’armeria di via IV Novembre. Mambro ha ricordato l’episodio di via Acca Larentia, un anno prima della rapina, in cui, in un agguato davanti alla sede dell’Msi, furono uccisi due giovani attivisti del Fronte della Gioventù, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta. «Noi dovevamo armarci per difenderci», ha spiegato Mambro.

Commenti

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  • Andrea 23 Maggio 2018

    E per difendersi si deve fer forza commettere un crimine come una rapina?Invece di ammazzarsi tra di loro terroristi rossi e neri hanno massacrato senza pietà bambini , donne e uomini innocenti.Queste persone vigliacche e crudeli ancora oggi a distanza di molti anni non danno alcun segno di pentimento e continuano imperterriti e senza dignità a offendere le vittime delle loro infami stragi.La cosa che più mi sorprende è che ci sia chi li difende a oltranza,ovviamente a sinistra si parla di compagni che hanno sbagliato ma che vanno capiti e li si giudica con indulgenza e a destra ci si arrampica sugli specchi pur di difenderli e di mistificare la storia calpestando in entrambi i casi morti e parenti come se niente fosse.Quando invece si parla di un terrorista della sponda opposta i giudizi sono terribili e si diventa implacabili invocando giustizia e rispetto per le vittime.Tutto ciò è immorale,infantile e orribile e dimostra tutta l’immaturità e l’imparzialità che dimorano nelle coscienze elastiche di parecchie persone.