Siria, prime crepe nel fronte interventista. La Casa Bianca smentisce Macron

16 Apr 2018 10:32 - di Redazione

Giornata importante quella odierna sul fronte della crisi siriana: gli Stati Uniti annunceranno nuove sanzioni contro la Russia. Secondo quanto anticipato da Nikki Haley, ambasciatore degli Stati Uniti all’Onu, le nuove sanzioni “andranno a colpire direttamente tutte quelle compagnie che fanno affari fornendo equipaggiamenti ad Assad e collegate all’uso delle armi chimiche”. Inoltre, oggi arriva al Palazzo di Vetro la nuova bozza di risoluzione sulla Siria che verrà presentata al Consiglio di Sicurezza da Francia, Stati Uniti e Gran Bretagna in cui si chiede la fine irreversibile del programma di armi chimiche del regime siriano. I parlamenti di Francia e Gran Bretagna discutono sempre oggi del raid aereo contro Damasco mentre si registra qualche crepa nel fronte interventista: la Casa Bianca ha confermato l’intenzione di un ritiro rapido dalla Siria. Parole che suonano come una secca replica al presidente francese Emmanuel Macron che, in un’intervista trasmessa ieri sera da una tv francese, ha detto di aver convinto Donald Trump che “dieci giorni fa diceva che gli Stati Uniti dovevano ritirarsi dalla Siria”, “che è necessario rimanere”. “Noi siamo determinati a sconfiggere completamente lo Stato Islamico e creare le condizioni che ne impediscano il ritorno – ha aggiunto la portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders – in aggiunta noi ci aspettiamno che i nostri alleati della regione ed i nostri partner assumano una responsabilità maggiore, sia dal punto di vista militare che finanziario, per mettere in sicurezza la regione”. L’Iran ha nuovamente condannato con durezza i raid coordinati dagli Stati Uniti in collaborazione con Francia e Gran Bretagna sulla Siria che, per il presidente Hassan Rohani, dimostrano che Washington ha rapporti diretti con i terroristi: ”Gli americani hanno reagito così dopo che i terroristi sono stati mandati via da una regione importante come la Ghouta orientale”. Questo il pensiero espresso da Rohani in una conversazione telefonica con Putin secondo l’agenzia di stampa Tasnim.

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