Nigeriana diede fuoco al centro di accoglienza per una “vendetta d’amore”: arrestata

9 Apr 2018 18:12 - di Monica Pucci

A Courmayeur (Aosta) presso il traforo del Monte Bianco la locale Polizia di Frontiera, nel corso di un controllo ai passeggeri di un pullman proveniente dalla Francia, ha tratto in arresto Lise Emike Potter, 47enne nigeriana, con precedenti di polizia, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Palmi il 27 febbraio scorso per concorso in strage con l’aggravante di aver agito per motivi abietti e futili. In particolare, la 47enne è ritenuta la mandante del vasto incendio che il 27 gennaio scorso ha distrutto oltre 200 baracche nella vecchia tendopoli della Zona Industriale del Comune di San Ferdinando (Reggio Calabria). Nel rogo è deceduta una donna di origini nigeriane, Becky Moses, mentre altri due cittadini extracomunitari sono rimasti gravemente ustionati. Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri e dalla Procura di Palmi, la Potter ha commissionato ad alcuni connazionali, dietro pagamento di una cospicua somma di denaro, l’incendio della baracca presso cui dimorava una giovane nigeriana, I.G., di 25 anni, sospettata di aver intrattenuto una relazione sentimentale con il suo ex convivente, un liberiano di 36 anni ospite della tendopoli. Quindi, la notte del 27 gennaio 2018, i complici della donna avrebbero hanno cosparso di benzina la baracca della rivale e appiccato l’incendio dandosi subito alla fuga. Imprevedibilmente, però, in pochissimo tempo le fiamme si sono estese all’intero accampamento, distruggendo oltre 200 baracche e causando gravi ustioni a due stranieri e la morte di Becky Moses, che si trovava in una baracca a pochi metri dalla tenda abusiva da cui si era originato il rogo.

Nel frattempo, l’indagata, in possesso di validi documenti per l’espatrio da subito aveva deciso di lasciare l’Italia. Di qui l’emissione di un mandato di arresto europeo, valido in tutta l’area Shengen, e l’avvio di un’intensa attività di cooperazione internazionale tra l’Arma dei Carabinieri e gli organi di polizia esteri per catturarla. La donna è stata rintracciata proprio mentre tentava, a bordo di un bus, di rientrare dalla Francia, verosimilmente diretta in una località del Nord Italia, dove avrebbe potuto essere favorita da alcuni connazionali o da suoi familiari. Al momento del controllo la Potter non ha opposto resistenza, fornendo ai poliziotti un permesso di soggiorno in corso di validità rilasciato dalla Questura di Ferrara, una carta d’identità rilasciata dal Comune di Ferrara e un passaporto rilasciato dalle Autorità nigeriane. Al termine delle formalità di rito, l’arrestata è stata tradotta presso la Casa Circondariale di Torino in attesa di essere sottoposta all’interrogatorio di garanzia da parte dell’Autorità Giudiziaria.

Commenti

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  • Gio 10 Aprile 2018

    africani…

  • giorgio 9 Aprile 2018

    a casa sua la dovete rimandare. Ora ne abbiamo le palle piene di questi arroganti mantenuti