Manduria, il prete si rifiuta di lavare i piedi ai migranti: la polemica impazza sul web

2 Apr 2018 12:25 - di Prisca Righetti

La notizia del prete che, decidendo di non ottemperare al rito pasquale, si rifiuta di lavare i piedi ai migranti in chiesa per la celebrazione – sebbene relativa a una vicenda accaduta nel giovedì santo – rimbalza ininterrottamente da quel momento dai social alle tv, e dai media alle parrocchie: e ad ogni nuova eco, e a scapito di ragionevolezza e obiettività bipartisan, aumenta la sua portata polemica e la sua ondata di recriminazioni più o meno sociologiche, più o meno politically correct. E così, tra strumentalizzazioni e gogne virtuali, una cosa è certa: la realtà di una difficile convivenza socio-culturale, nei piccoli come nei grandi centri del Belpaese, torna prepotentemente sotto i riflettori e con tutto il suo potenziale di drammatica attualità.

Manduria, il sacerdote si rifiuta di lavare i piedi ai migranti

Un caso, quello esploso a Manduria, lanciato dal Nuovo Quotidiano di Puglia e ripreso da siti e media tradizionali, e soprattutto incentivato dal tam tam del web, partito dall’annullamento della cerimonia della lavanda dei piedi da parte di un sacerdote, deciso – secondo quanto riferisce anche il Corriere della sera nella sua versione online in queste ore – «perché tra i fedeli partecipanti al rito ci sarebbero stati degli immigrati». Tutto accade durante la messa serale del giovedì santo, nella chiesa di San Michele Arcangelo a Manduria, in provincia di Taranto. Tutto viene regolarmente riferito e amplificato da un cittadino che, sulla propria pagina Facebook, decide di postare e commentare l’episodio con la frase choc: «Vergognosamente stasera il razzismo è salito sull’altare». Una didascalia che più che descrivere, emette una sentenza: ovviamente di condanna.

Una polemica di superficie che non affronta il problema reale

E così, nel sommario processo celebrato su Internet, il sacerdote in questione viene condannato e senza possibilità d’appello. Un dibattimento virtuale a proposito del quale, come riferito dal Corriere, «la Diocesi di Oria, sotto cui ricade Manduria, si dice all’oscuro di tutto: starebbe aspettando che terminino le celebrazioni pasquali per far luce sull’imbarazzante vicenda, specificando però nel frattempo che i padri che hanno officiato la messa in questione “non sono diocesani, ma religiosi appartenenti all’ente ecclesiastico dei Servi di Maria”». Tutto rimandato, insomma: esattamente in linea con quanto si fa da anni, e ad opera di diversi esecutivi di centrosinistra, che, discutibilmente, continuano a cancellare sull’agenda parlamentare, e a rimandare indefinitamente, il problema sempreverde di una vera integrazione, di una reale convivenza tra mondi, non solo religiosamente, tanto diversi, spesso al limite dell’incomunicabilità…

 

Commenti

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  • antonio 3 Aprile 2018

    ma chi condanna il prete? i soliti fanculisti della sinistra sfascista (che vuole sfasciare tutto perchè col caos può prendere il potere). se gli italiani potessero intervenire sulla questione dell’integrazione e dell’immigrazione e su altre dei trattati internazionali, a maggioranza con referendum, spedirebbe i fanculisti direttamente nelle fogne.

  • 3 Aprile 2018

    Polemiche sterili….da gente che ancora predica la Carità pelosa….con il culo degli altri, il cittadino che ha detto vergogna, avrebbe fatto bene a portarsi a casa per le feste di pasqua il povero diversamente colorato…..

  • Giuseppe Forconi 3 Aprile 2018

    Innanzi tutto ditemi a cosa serve sta lavata di piedi. Lo fece Gesu piu’ di 2000 anni fa, ma erano tutti della stessa parrocchia. Ora se al prete di Manduria non gli va di lavare i piedi ad un tizio qualsiasi sono affari suoi. Perche’ il tizio che si e’ tanto preoccupato di mettere l’accaduto sul telefonino, perche’ non li lava lui i piedi ?? Sicuramente non aveva altro da fare che rompere le scatole in chiesa il giovedi sera.

  • 2 Aprile 2018

    Siccome Manduria fa rima con goduria, godo per quello che ha fatto il Prete.

  • Pino1° 2 Aprile 2018

    Allora in tutta questa cattolica manfrina c’è rimasto un prete con le sue cosa ancora intatte.
    Complimenti Don, se ce la faccio vengo a prendere messa dalle tue parti, intanto se ci racconti chi ti obbliga a laverglieli ci dai un’idea più chiara di chi ti da di questi ordini in questa cattolica proprietà privata di papa kecco !