L’ultimatum di Di Maio a Salvini: hai 24 ore per rompere con Berlusconi

22 Apr 2018 13:30 - di Paolo Lami

Dopo il tira e molla degli ultimi giorni ora arriva l’ultimatum. Luigi Di Maio avrebbe dato 24 ore di tempo al leader del Carroccio per consumare lo strappo con Forza Italia, con una scadenza fissata dunque a domani.

Secondo “La Stampa”, che riporta un virgolettato attribuendolo al grillino, il capo pentastellato Luigi Di Maio avrebbe rivolto al leader della Lega questo ultimatum: “Salvini ha tempo fino a lunedì mattina”. Una dichiarazione al momento non smentita da nessuno degli interessati.

Ancora ieri Di Maio aveva continuato a pressare il numero uno della Lega: “Io credo fortemente nel fatto che con la Lega di Matteo Salvini si possa fare un buon lavoro per il Paese – aveva  detto -. Possiamo fare cose molto importanti”.

Prima di unire le forze con i 5 Stelle, però, Salvini, secondo Di Maio, dovrebbe lasciarsi alle spalle il Cavaliere. Un divorzio al quale il leader leghista non intende guardare.

A detta dell’entourage del capo grillino, sempre secondo La Stampa, “Salvini non ha capito che con il fallimento del mandato della Casellati il centrodestra è un capitolo chiuso e lui non avrà un incarico”.

Ieri Di Maio ieri aveva annunciato di aver incontrato il professor Giacinto della Cananea per trovare i punti di contatto tra le forze politiche. “Tra noi e la Lega e noi e il Pd” ha scandito il leader pentastellato. E il risultato, sottolinea il quotidiano di De Benedetti, “sarà un’arma in più in mano al leader del M5S per convincere il leghista che è il destino a legarli”.

Con l’ultimatum di 24 ore, quindi prima che Mattarella dia il mandato esplorativo a Roberto Fico, previsto per domani, Di Maio è convinto di riuscire a forzare la mano a Salvini.

Quanto al prossimo “esploratore, Roberto Fico, considerato da sempre uno dei grillini più estremisti, Di Maio sostiene, invece, che è una figura di garanzia e “imparziale”.

Nel tira e molla dei tatticismi che hanno contraddistinto fino ad ora le mosse di Di Maio, l’esponente grillino pretende, secondo La Stampa, “che Matteo non parli più a nome del centrodestra, ma della Lega”.

E se così non fosse Di Maio si dice quasi costretto a guardare al Pd “dove il M5S potrebbe sentirsi commissariato – è costretto ad ammettere perfino il quotidiano debenedettiano – e dove è tutt’altro che scontato che il leader grillino possa sedersi a Palazzo Chigi da presidente del Consiglio”.

 

Commenti

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  • Rorato 22 Aprile 2018

    Un Governo è assolutamente necessario e il buon senso dice che dobbiamo accontentarci di ciò che è possibile. L’impossibile al presente va eliminato, non è realistico. Se i due cosiddetti vincitori – destra unita e 5S – che sono maggioranza parlamentare solo se assieme, non vanno d’accordo, tocca a Salvini tradire Berluscono e Meloni e accordarsi con Di Maio. Se Salvini sa aspettare e non tradisce i suoi alleati, un Governo dovrà comunque essere fatto e il Presidente Mattarella vuole che chi lo fa dimostri di avere la maggioranza in Parlamento. Non è la prima volta che due o più minoranze si mettono d’accordo e formano il Governo. Se a sostenerlo è la maggioranza del Parlamento significa che tale Governo è sostenuto dalla maggioranza degli italiani. Ragionare diversamente per fare i propri interessi e magrari denigrare offendere milioni di italiani è ingiusto e demagogico.

    • Cesare Pieraccini 22 Aprile 2018

      E`no caro amico, tu che devi essere un grillino intruso in questo mondo di dx, tu come molti altri di sx non sapete che gli accordi presi con gli elettori non vanno traditi! Eppoi perche`deve Salvini a prostituirsi a Di Maio, il bibitaro del San Paolo!

  • Roberto F. Padova 22 Aprile 2018

    ORA Sì CHE SIAMO ANDATI IN PALLA: I 5 Stelle? = sete di potere.

    I 5S, e un elettorato trasversale che lo appoggia con estrema fedeltà e fiducia, non hanno “sete” di potere caro CAVALIERE, ma hanno sete di toglierle il tanto amato da lei citato potere da sempre utilizzato per i suoi sudici interessi.
    Sappia quindi che il potere serve per servire, quindi mettersi a servizio della collettività e dei suoi bisogni, per progredire in ambito sociale, culturale, economico, scientifico e soprattutto umano (tutti assieme).
    Poi, i partiti che vogliono disintossicarsi dal berlusconismo, bene: chi ci sta, ci sta; altrimenti l’elettorato andrà avanti da solo e continuerà ad ingrossare le fila del M5S.

    SE LO FICCHI BENE IN QUELLA CRAPA DESTABILIZZATA DALL’APPARTENENZA 1816 e, per cortesia, non dica più scemenze e lasci in pace Salvini: ringraziamo nella speranza di essere ascoltati: (lo prenda quasi come un avvertimento spassionato di quelli che sono rimasti del suo elettorato).

    • Cesare Pieraccini 22 Aprile 2018

      Anche per te vale la risposta a quello sopra. tanto valeva fare accordi prima del voto con i 5s, ma visto che gente come voi tradisce gli accordi presi non c`e`da fidarsi a dare il paese in mano a voi e ai grullini.

    • Mino 23 Aprile 2018

      Se la premiata ditta P&P (puttane e p2) tenesse veramente al proprio paese si farebbe intelligentemente da parte, invece siccome tiene solo ai c**** propri, verrà messa malamente da parte