La Cina preoccupata per le fughe di radiazioni dal sito nucleare di Kim

26 Apr 2018 17:59 - di Redazione

La tregua nucleare proposta da Kim Jong Un a Usa e Corea del Sud potrebbe non essere frutto di un’improvvisa volontà di pace, ma imposta dall’impossibilità di proseguire i test nel sito di Punggye-ri. A suggerirlo, riporta il Guardian, è lo studio di un gruppo di geologi cinesi, che hanno scoperto che il sito usato nei sei test nucleari effettuati dalla Corea del Nord a partire dal 2006 è parzialmente crollato dopo l’ultima esplosione del 3 settembre dello scorso anno. Il sito, rivela lo studio, potrebbe quindi essere ormai inutilizzabile e soggetto a possibili fughe di radiazioni. Una circostanza che preoccupa molto le autorità di Pechino, essendo il sito di Punggye-ri, nel nordest montagnoso della Corea del Nord, a meno di 100 chilometri dal confine con la Cina. Lo studio, scritto da Tian Dongdong, Yao Jiawen e Wen Lianxing, geologi dell’Università della Scienza e della Tecnologia cinese, è stato pubblicato subito dopo l’annuncio di Kim sullo stop ai test nucleari e missilistici e sulla chiusura del sito di Punggye-ri. Le rilevazioni effettuate dai tre scienziati cinesi lo scorso 3 settembre hanno registrato che il test nucleare nordcoreano aveva provocato un terremoto iniziale di magnitudo 6,3 e, nei giorni successivi, altre quattro scosse. Il collasso del sito nucleare sarebbe avvenuto otto minuti e mezzo dopo l’esplosione, che ha avuto una potenza stimata di 100 chilotoni, la più potente mai testata da Pyongyang. Ora, scrivono i tre scienziati cinesi nella sintesi del loro studio pubblicata sul sito dell’università, “è necessario continuare a monitorare qualsiasi fuga di materiale radioattivo che possa essere stata causata dal crollo” del sito nucleare.

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