Fatti a pezzi e trasformati in sapone dai partigiani di Tito: l’orrore nascosto

6 Apr 2018 15:41 - di Redazione

Non cessano di emergere nuove testimonianze di orrori nascosti e  a lungo taciuti avvenuti dopo l’ 8 settembre del 1943. Una nuova orribile verità sui crimini dei comunisti di Tito è stata raccontata al Giornale da un uomo che nel 1943 aveva poco più di vent’anni e faceva il servizio militare a Sussak, a pochi chilometri da Fiume. I partigiani di Tito portavano in una cartiera i «nemici del popolo» con un furgone della polizia italiana, che avevano sequestrato, per ridurli letteralmente a pezzi in barbare esecuzioni. Poi si disfacevano per sempre dei resti nel vicino saponificio, come i nazisti. La fonte ha voluto rimanere anonima.

Per la prima volta si viene a conoscenza  di questa atrocità grazie alla  testimonianza scritta anni fa e mai resa pubblica, che è in possesso del Giornale. «Questo fatto che ora vado a raccontare sembra inverosimile e lo dico come lo ebbi a sapere» scrive l’autore della rivelazione. Si  trattò di una vera e propria mattanza di prigionieri croati o italiani che andò avanti per giorni, come in altre parte dell’Istria. I testimoni di questa storia furono disarmati dopo l’8 settembre e trasferiti a Pola dai tedeschi, che dopo un mese ripresero il pieno controllo dell’Istria con altrettanta brutalità. «Quando fummo concentrati nel campo sportivo militare fuori della città di Pola, mi sentii chiamare, venendomi incontro il carabiniere Moscatello – si legge nella testimonianza – Piuttosto agitato mi disse: “Ti ricordi? Hai presente che il giorno dopo l’armistizio dell’otto settembre per due giorni si vedeva passare diverse volte e per tutto il giorno un va e vieni del furgone nero della Polizia Italiana?». A questo punto il racconto dell’orrore. «Il carabiniere Moscatello raccontò al testimone ancora in vita, che il cellulare della nostra polizia sequestrato dai partigiani andava a prelevare i nemici del popolo e “…velocemente entrava nello stabilimento della cartiera…” di Sussak. Il carabiniere confidò al commilitone “che di nascosto entrò nella cartiera… e assistette a una cosa impressionante”. Dal furgone della polizia “appena entrato facevano scendere le persone all’interno e le ammazzavano facendole immediatamente a pezzi”. Brutali esecuzioni sommarie, ma sapendo che ben presto sarebbero tornati i tedeschi in forze, i partigiani non volevano lasciare tracce di cadaveri infoibati o fosse comuni», leggiamo.  «Moscatello ebbe anche a vedere che poi i pezzi venivano messi sulle cassette di legno per essere trasportate con il carretto nell’adiacente saponificio – apprendiamo dal quotidiano – passando per un piccolo ponticello in legno attraversando il fiume Eneo». I resti umani venivano fatti sparire per sempre trasformandoli in saponi.

Nello scritto ricorda come il testimone sia scampato alle esecuzioni nella cartiera della morte vicino a Fiume: «Moscatello mi disse che inorridito, sempre di nascosto si ritirò non potendo fare niente. Se lo avessero visto avrebbe certamente fatto la stessa fine».

Commenti

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  • Rodolfo Pellegrinon 16 Settembre 2018

    I partigiani comunisti (non solo titini) ne hanno combinate di tutti i colori. Le verità vere sul loro comportamento per fortuna, dopo anni di silenzio, stanno venendo a galla !!!!! Tutti episodi documentati con luoghi – nomi e cognomi – Nessuno potrà dire che sono falsità inventate da ex fascisti ecc.

  • Marco 8 Aprile 2018

    Si commenta da solo. Nino Benvenuti, conosciuto recentemente, potrebbe commentare molto meglio di me.

  • Giovanni Padovani 8 Aprile 2018

    come mai i nostri politici, salvo Fratelli d’Italia, non affrontano una volta per tutte il problema delle stragi di italiani fatte dal regime comunista di Tito? Per quale motivo il prossimo 25 aprile si deve sentire parlare solo i rappresentanti dell’ANPI che. in mala fede, non hanno mai voluto accettare i crimini comunisti? Per questi motivi preferisco ricordare invece che il 25 aprile1874 è nato Guglielmo Marconi inventore, come noto, della telegrafia senza fili e che tale giorno è stato dichiarato di “solennità civile” con legge 276/1938 poi abolita con D.L. 200/2008 convertito nella L. 9/2009 (governo Berlusconi)

  • Fab PITTANA 7 Aprile 2018

    ….ma fatemi capire…al 8 Settembre 1943 l’armistizio, ma il regio esercito e soprattutto le varie forze di polizia erano ancora presenti a casa ns,………come hanno fatto le bande titine fare queste afferatezze…..i ns soldati e polizie varie non potevano intervenire….?….o si sono comportati come conigli tremebondi…..?….non c’e’ stata latitanza di chi di dovere….?

  • 7 Aprile 2018

    Che schifo la “STORIA” scritta dai Comunisti !!!

  • davide cogliati 7 Aprile 2018

    LA DECIMA MAS E LA RSI VOLEVA IMPEDIRE QUESTO SFACELO E TUTTA QUESTA BARBARIE. VIVA LA DECIMA MAS.

  • Giusepoe 7 Aprile 2018

    Questi sono I Salvatori questi sono I Liberatori Comunisti Assassini

  • maria grazia marcolo embrionengo 7 Aprile 2018

    non ho dubbi, ne ho sentito parlare anche in famiglia, ma ora che si parli anche di ciò che fecero i titini alla risiera di Trieste, perché quando si va con gli studenti parlano solo degli orrori nazi-fascisti

  • Leo Aletti 7 Aprile 2018

    Orribile, oggi si dicono democratici.

  • Brigante nero 7 Aprile 2018

    Comunismo uguale bugie e dittatura.Legge subito per bandirlo Come avvenne per il nazismo.

  • Mario Salvatore Manca di Villahermosa 7 Aprile 2018

    Una volta, mentre dei comunisti continuavano a commemorare i martiri dei lager nazisti, mi scappò una frase: “Giustissimo parlare dei martiri dei lager – e ci mancherebbe; ma perché non parliamo anche dei martiri delle foibe titine o dei gulag russi?”. A momenti mi linciavano; qualcuno voleva portarmi da uno strizzacervelli (psichiatra), naturalmente schierato dalla loro parte. Non so come feci a sfuggire alle loro grinfie.
    Mario Salvatore Manca

  • ADRIANO AGOSTINI 7 Aprile 2018

    Il comunismo è sempre stato peggio del nazismo, ma siccome sono i vincitori hanno sempre falsificato la realtà

  • itala piccininno 7 Aprile 2018

    …. e noi ci siamo fatti portare via terre che prima di essere ?italiane? furono per secoli della Serenissima Repubblica di Venezia, e noi ancora oggi non abbiamo nemmeno il coraggio di rivendicare…almeno Capodistria…..non ci meritiamo niente

  • emilio gregori 7 Aprile 2018

    1943 1950
    se qualcuno di voi,vuole acquistare in Croazia,il volume,prima dalmata proletaria,trovera’ nome Tonci,cognome, Gerghurevich.
    Ebbene era mio padre,in quell’elenco della prima ora,mio padre,insieme ad altri 1200 pertigiani,radunati a Lissa,iniziarono la cosidetta liberazione.
    Tito in persona ordinava le prime incursioni,per essere breve,nel 1977,mio padre scriveva in giro per l’Italia ,a Montanelli, a Tortora,quando in TV faceva si,che si incontrassero solo quelli di una parte etc.
    questo per dirvi che sono pronto ad un confronto con qualche signore rosso,sul tema foibe ed altro,che rigurada la Yugoslavia,sino a ronchi dei legionari,dove le truppe titine,con TOnci comandante si scontarrono con le truppe Inglesi.
    penso di essere una testimonianza vivente forse unica,di una persona ,mio padre,che attraversando l’adriatico a remi nel 50,disse addio alla tanta acclamata ma in Italia liberta’ socialista. a disposizione per qualsiasi collaborazione
    camerata emilio gregori

  • Salvatore 7 Aprile 2018

    Ancora oggi viviamo il terrore comunista.
    Ciò che i comunisti anno massacrato, scempiato e paragonabili allo stato islamico. In Italia il comunismo si nasconde in quei partiti politici e sindacati che sempre predicano contro democrazia e riforme. Oggi, il movimento cinque stelle sta portando l’Italia alla divisione degli italiani, e, probabilmente a una guerra civile. Di Maio e paragonabile a Hitler, Grillo e il Joker pazzo.

  • Giuseppe Forconi 7 Aprile 2018

    L’ANPI ne e’ al corrente o fa orecchie da mercante come loro abitudine da buoni comunisti.?
    perche’ i titini non si sono disfatti anche dei partigiani italiani.?

  • sergio 6 Aprile 2018

    si crede ancora alla favola del sapone dei nazisti?

  • ENRICO CAPUTO 6 Aprile 2018

    PURTROPPO LA STORIA E’ SEMPRE SCRITTA DAI VINCITORI.