Dell’Utri, anche la Corte europea dei diritti (dis)umani nega la scarcerazione

5 Apr 2018 13:50 - di Paolo Lami

Anche la Corte Europea dei diritti umani, presieduta dall’italiano Guido Raimondi, dice no alla scarcerazione di Marcello Dell’Utri respingendo la richiesta presentata, per motivi di salute, dai legali del senatore di Forza Italia condannato a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa e ristretto nel carcere di Rebibbia ma ricoverato dal 14 febbraio scorso nel Campus Biomedico di Roma.

L’ultimo no alla scarcerazione di Dell’Utri, gravemente cardiopatico, diabetico e con un tumore alla prostata, segue, di una ventina di giorni, il no della Seconda Sezione della Corte d’appello di Caltanissetta, che ha rigettato la richiesta di revisione avanzata dai difensori dell’anziano parlamentare e respinto anche la richiesta di sospensione dell’esecuzione della pena.

Proprio oggi i legali di Marcello Dell’Utri, gli avvocati Simona Filippi e Alessandro De Federicis, hanno chiesto con un’istanza al Tribunale di Sorveglianza di verificare se le condizioni in cui è detenuto l’ex manager di Publitalia siano compatibili con i diritti umani.
Per i difensori il trattamento cui è sottoposto Dell’Utri, condannato a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, sta aggravando le condizioni fisiche e psichiche dell’ex-senatore di Forza Italia, affetto da cardiopatia, diabete e tumore alla prostata, e ricoverato dal 14 febbraio scorso al Campus Biomedico di Roma, piantonato 24 ore su 24 da due agenti.

Lo scorso 6 febbraio i giudici del Tribunale di Sorveglianza avevano negato la scarcerazione per motivi di salute. In una lettera, consegnata ai suoi difensori e depositata oggi in Tribunale, Dell’Utri chiede di pronunciarsi sulla «compatibilità delle attuali condizioni di restrizione, in quanto le stesse non sono più procrastinabili e stanno determinando un evidente degrado delle mie condizioni fisiche e psichiche e pertanto necessita di essere trattata con la massima urgenza».

«E’ costretto a stare in una stanza in cui non è possibile neanche aprire la finestra e dorme con una luce sempre accesa puntata in faccia» denunciano i difensori dell’ex-senatore, che tornerà in carcere a Rebibbia il 20 aprile prossimo al termine del ciclo di radioterapia che sta facendo per il cancro da cui è affetto.
Nei giorni scorsi l’ex-senatore di Forza Italia ha presentato una denuncia al Csm contro sei magistrati del Tribunale di Sorveglianza di Roma per violazione disciplinare e chiedendo di valutare il comportamento, a suo parere «superficiale e inerte» assunto dai giudici che hanno deciso in merito alla compatibilità tra il suo stato di salute e la detenzione, provocando, di fatto, un peggioramento delle sue condizioni di salute.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Mino 5 Aprile 2018

    CERTEZZA DELLA PENA PER TUTTI!!!! non solo per i poveracci e non dimentichiamo che il soggetto in questione qualche tempo fa in una intervista ha ammesso che se non aveva approfittato delle scappatoie per tirare i processi per le lunghe, ad oggi la pena era stata scontata ed il problema non si sarebbe posto.

  • Leon 5 Aprile 2018

    A lui non e’ fregato niente di me.
    A me non interessa…