Da Alamo a Grenada: i casus belli usati dagli Usa per colpire i loro nemici

13 Apr 2018 18:29 - di Giancarlo Cremonini

Riceviamo da Giancarlo Cremonini e volentieri pubblichiamo

Che gli Stati Uniti d’America siano una potenza imperiale con tendenze fortemente espansive non è un mistero ed è un fatto innegabile; è la storia a dimostrarlo senza ombre di dubbio. Infatti, in poco meno di cento anni, gli Stati Uniti sono passati, con le buone o con le cattive, da uno Stato composto da tredici piccole colonie e pochi milioni di abitanti a uno federazione continentale composta da cinquanta Stati che va dall’Atlantico alle Hawai, dal Golfo del Messico all’Alaska con vari possedimenti sparsi nell’Oceano Indiano, nei Caraibi e del Pacifico. Questo di per sé non è un fatto sorprendente più di tanto, infatti anche l’Inghilterra, la Francia e la Russia sono state a loro volta nazioni espansioniste che hanno costruito imperi vastissimi. Quello che colpisce della storia americana è l’uso estensivo che si è fatto del “casus belli” per giustificare e legittimare imprese belliche che, altrimenti, non avrebbero avuto nessuna base legale.

Il primo di questi “casus belli” fu il famoso Boston Tea Party. Il 16 dicembre del 1773 dei giovani americani appartenenti al gruppo Sons of Liberty salirono sulle navi inglesi ancorate nel porto travestiti da indiani Mohawk e gettarono in mare le casse di the per protestare contro le tasse imposte dalla corona inglese. La repressione che ne seguì contribuì a rinfocolare i sentimenti anti inglesi e a gettare le basi per la guerra di indipendenza americana che avrebbe portato, dopo la battaglia di Yorktown, alla nascita della nazione americana.

Poi ci fu Alamo. All’epoca il Texas apparteneva legittimamente al Messico. Molti americani si erano stabiliti come coloni in Texas con il beneplacito del governo locale ma, dopo qualche anno, questi stessi coloni incominciarono a coltivare ambizioni secessioniste ed indipendentiste. Il governo messicano guidato dal generale Lopez de Santa Ana reagì come qualsiasi governo nazionale fa in caso di pericolo di secessione, inviò delle truppe a riportare l’ordine. Nella missione di Alamo, situata nella odierna San Antonio, nel 1836 vi fu una sanguinosa battaglia tra gli Americani e le truppe di Santa Ana che uccisero tutti gli insorti. Questo nell’immaginario collettivo degli americani contribuì a fare dei Messicani dei nemici mortali. La frase “ricordatevi di Alamo” divenne una parola d’ordine in tutti il Nord America. Nel 1846 gli Stati Uniti decisero di annettere il Texas in violazione di ogni norma di diritto internazionale. Il Messico reagì ma fu pesantemente sconfitto nella susseguente guerra ed alla fine gli Stati Uniti si presero non solo il Texas, ma visto che stavano lì, anche Arizona, Nuovo Messico e California. Il Messico uscì umiliato e distrutto dalla guerra e i Messicani che vivevano in quei territori passarono ad essere da cittadini a pieno titolo ad ospiti sgraditi dei nuovi padroni.

Poi abbiamo tutti i casus belli creati per giustificare le guerre indiane, Il cinema ce li ha mostrati. I coloni facevano di tutto per umiliare ed offendere i nativi. Occupavano le loro terre sacre, distruggevano i loro cimiteri sacri, massacravano i bisonti da cui dipendeva la loro sopravvivenza, li avvelenavano con alcool di infima qualità. Quando, poi, qualche capo indiano esasperato reagiva Washington mandava le giacche blu a riportare l’ordine il che, in pratica, significava terre a bianchi e nativi nelle squallide riserve dove conducevano una vita non degna di un essere umano.

Abbiamo poi la poco conosciuta Guerra Hispano Americana del 1898. All’epoca la Spagna controllava ancora Cuba, Portorico e le Filippine, territori che facevano molto gola agli Stati Uniti che, nel frattempo, erano passati dalla Dottrina Monroe (l’America agli americani) al corollario Roosevelt alla Dottrina Monroe (l’America agli Stati Uniti). Qui il “casus belli” fu veramente risibile e ridicolo. La corazzata americana Maine all’ancora nel Porto dell’Avana esplose misteriosamente e, ovviamente, gli Stati Uniti, senza nessuna indagine e senza nessuna prova, accusarono la Spagna di aver sabotato la nave. Ora appare del tutto ovvio che la Spagna non aveva nessun interesse a provocare gli Stati Uniti specie organizzando un attentato in un suo porto. Ma la logica servì a poco e nella successiva guerra gli Stati Uniti sconfissero la Spagna e presero il possesso di tutti i suoi possedimenti trasformando i Caraibi ed il Golfo del Messico in una loro dependance, il cosiddetto uscio di casa.

Abbiamo poi l’incidente di Tampico nel 1914. Un episodio minore ma paradigmatico del modo di comportarsi degli Stati Uniti con i vicini. Nel 1914 dei marinai americani si addentrano non autorizzati in territorio messicano alla ricerca di rifornimenti per la loro nave. Vengono fermati e trattenuti per alcune ore dalle autorità messicane e poi rilasciati. Nonostante ciò il Presidente Wilson (quello democratico e pacifista) ordina una spedizione punitiva facendo occupare dalle sue truppe l’importante città messicana di Veracuz, sempre alla faccia del diritto internazionale.

Abbiamo poi la prima guerra mondiale. Nonostante gli Stati Uniti fossero ufficialmente neutrali e non belligeranti spedivano via nave consistenti partite di armi e munizioni alla Gran Bretagna. Il Lusitania, che venne affondato da un sommergibile tedesco e che costituì il pretesto dell’entrata in guerra degli Stati Uniti, portava nelle stive armi e munizioni in violazione delle leggi internazionali e delle norme sulla non belligeranza. Il fatto è stato dimostrato, oltre ogni dubbio, da ricerche subacquee effettuate sul relitto della nave. La cosa gravissima è che, ovviamente, i poveri passeggeri della nave non sapevano di viaggiare su una santa barbara pronta ad esplodere ed, infatti, quando fu colpita da un siluro, la nave si inabissò immediatamente dando poco tempo per calare le scialuppe ed i morti furono moltissimi. Questo ovviamente senza scagionare il comandante tedesco che attaccò una nave di linea passeggeri.

Abbiamo poi episodi più recenti quali l’invasione di Grenada con la motivazione di proteggere gli studenti americani che studiavano nella locale università o l’attacco all’Iraq di Saddam Hussein per sequestrare armi di distruzione di massa rivelatesi poi inesistenti o la guerra alla Libia con la scusa delle primavere arabe e della difesa dei diritti umani che hanno lasciato un Paese disastrato in mano ai signori della guerra.

Tutte queste esperienze del passato dovrebbero indurci ad essere quanto mai cauti nell’accettare informazioni provenienti dall’intelligence in quanto troppe volte abbiamo dovuto constatare che le notizie erano state distorte se non del tutto create ad arte ed, in ogni caso, occorrerebbe sempre una inchiesta indipendente condotta seriamente sul campo da esperti del settore prima di poter attribuire paternità e responsabilità ad un qualsiasi attore internazionale. Non è credibile che, dopo un’ora da un attacco chimico, già si getti la croce addosso a qualcuno. Occorrono prove e riscontri certi se no ci si ritrova come Tony Blair costretto a fare il “mea culpa” per aver trascinato suo Paese nella guerra irachena sulla base di motivazioni rivelatesi poi false o taroccate con il corollario di decine se non centinaia di caduti, mutilati, invalidi e feriti inglesi che ora porta lui sulla coscienza. Prima di scatenare una guerra che si sa dove inizia ma non dove finisce bisogna veramente pensarci bene perché, come si dice in ambiente militare, una volta uscito il dentifricio dal tubetto è difficile rimetterlo dentro.

Commenti

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  • Adalberto Baldoni 16 Aprile 2018

    Condivido. Adalberto Baldoni

  • Miguel Rodriguez 15 Aprile 2018

    Ha ha ha ha ha ha el pais de America es el mejor pais del mundo!

  • Mikael Bolshitkov 14 Aprile 2018

    What a ridiculous, idiotic article….history is history (meaning the past) What did the Romans do??? The French, Germans, Dutch, English, Portuguese, Russians, Spanish, they are as guilty as Americans if you buy into this absurd article….

  • WALTER CARLETTI 14 Aprile 2018

    lupus et agnus ad rivam eundem ecc. dopo 2000 anni non è cambiato niente e noi siamo circondati da cretini

  • ENRICO CAPUTO 14 Aprile 2018

    MI SEMBRE CHE LA STORIE NON E’ IN VERITA’ COSI’ BUT PIUTTOSTO AGGIUSTATA PER GIUSTIFICARE UN SENTIMENTO ANTI AMERICANO, MI DISPIACE DIRLO MA QUESTO NON E’ IL GIORNALA CHE HO SEMPRE PREFERITO.

  • Sergio Daniele Pegorini 14 Aprile 2018

    Finalmente qualcuno rivela quello che molti, troppi non sanno.

  • Massimiliano di Saint Just 13 Aprile 2018

    Giancarlo Cremonini ha tralasciato pearl harbor, dove hanno sacrificato circa 3000 uomini e vecchio naviglio per poter entrare in guerra ; infatti le 4 portaerei le avevano fatte uscire, avevano già decifrato il codice giapponese e in mattinata un sommergibile giapponese era stato affondato vicino alle hawai: che ciò non li mettesse in guardia è ridicolo. Fu il giorno dello Sciacallo americano e ancora coprono dopo 75 anni le ricerche storiche col segreto di stato!