Terrorismo, preso l’ideologo dell’Isis in Italia: marocchino “naturalizzato”

28 Mar 2018 9:31 - di Redazione

Un 23enne marocchino naturalizzato italiano è stato arrestato a Torino per partecipazione all’associazione terroristica dello Stato Islamico. L’arresto è avvenuto nell’ambito di una vasta operazione di polizia, coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino. L’indagine, svolta dalla Digos di Torino, con il supporto del Servizio per il contrasto dell’estremismo e del terrorismo esterno dell’Ucigos, ha portato all’arresto “per partecipazione all’associazione terroristica dello Stato Islamico di Halili Elmahdi”, fa sapere la polizia. Con lui, sono finiti nella rete degli investigatori altri stranieri ed italiani convertiti all’islamismo attivamente impegnati in una campagna di radicalizzazione e proselitismo condotta soprattutto sul web. L’ex Ministro dell’interno Minniti lancia l’allarme con parole secche: “Terrorismo islamico mai così pericoloso in Italia”.

L’indagine nasce a fine 2015. Allora, rende noto la polizia, “il giovane era stato già oggetto di una sentenza di patteggiamento, emessa dal Tribunale di Torino alla pena di due anni di reclusione con sospensione condizionale della stessa per istigazione a delinquere con finalità di terrorismo, avendo redatto e pubblicato sul web alcuni documenti di esaltazione dello Stato Islamico“. Dalle successive attività di indagine avviate dai poliziotti della Digos, spiega la polizia, è emerso “un crescente percorso di radicalizzazione dell’Halili che, nonostante la citata sentenza, aveva addirittura intensificato la sua attività di proselitismo e indottrinamento mediante il reperimento, la consultazione su diverse piattaforme multimediali e l’archiviazione di vario materiale di propaganda ed inneggiante al Jihad prodotto dallo Stato Islamico”.

Tra il materiale confluito negli atti d’indagine, “vi sono diversi filmati riproducenti le gesta dei mujaheddin in Siria ed Iraq, le cruente esecuzioni nei confronti di civili e militari, le rivendicazioni e/o celebrazioni degli attentati di Parigi e Bruxelles nonché gli infervorati sermoni di ‘predicatori dell’odio’ del calibro di Anwar Al-awlaki, conosciuto anche come ‘il Bin Laden di Internet’, considerati da Halili come dei veri e propri padri spirituali al pari del portavoce del Califfato Mohamed Al Adnani”.Proprio in occasione della diffusione della notizia della morte di Al Adnani, sottolinea la polizia, “l’arrestato aveva creato e pubblicato su una piattaforma social ad accesso pubblico tre playlist con i messaggi più famosi del defunto portavoce dello Stato Islamico tra cui quello diffuso nel settembre 2014 che veicolava l’ordine dello Stato Islamico di scatenare la campagna del terrore in Europa che ha portato alle stragi compiute a partire dal gennaio 2015″.

Oltre all’arresto del 23enne, nel corso della vasta operazione di polizia, coordinata dalla procura di Torino, la polizia Torino, con il supporto degli uffici di polizia di Milano, Napoli, Modena, Bergamo e Reggio Emilia, ha eseguito 13 perquisizioni domiciliari e personali nei confronti di appartenenti agli ambienti dell’estremismo islamico nel nord Italia.Solo ieri a Foggia, è stato arrestato un egiziano con la cittadinanza italiana, presidente dell’associazione culturale ‘Al Dawa’ di Foggia, nell’ambito di una indagine finalizzata al contrasto del terrorismo internazionale di matrice islamica.

Commenti

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  • Pino1° 28 Marzo 2018

    Cancellargli la nazionalità italiana e contemporaneamente rispedire a casina sua.
    Percorrere all’indietro la filiera che gli concesse l’ingresso e la nazionalità.
    Verificare tutti le autorizzazioni consimili.. se c’è stata connivenza o prezzolati
    mettere fuori dal sistema e seguirli attentamente………

  • Benedetto 28 Marzo 2018

    Ci vuole una nuova Lepanto. Fuori l’islam dall’europa !!!

  • Sonia 28 Marzo 2018

    Leggevo di intimidazioni e aggressioni (in scuole elementari tedesche) da parte di bambini musulmani verso altri bambini non musulmani. Chiaramente istigati dai genitori e dall’ambiente che frequentano. E ciò accade in tutta europa. L’arroganza, il crimine e la violenza da parte delle comunità musulmane è da tempo in aumento e, spesso, tollerata per paura o per il politically correct.
    E’ ovvio che con il crescere del numero di musulmani, questo fenomeno esploderà e provocherà molti più danni e morti di quanto non accada già adesso. E’ ora di fermarli.

  • Francesco Ciccarelli 28 Marzo 2018

    Il carcere non basta per questi soggetti: ci vuole l’isolamento totale in una località inaccessibile per evitare che facciano altra propaganda.

  • Giovanni 28 Marzo 2018

    Più sono “integrati” e più sono pericolosi. Quasi tutti gli attentati in europa negli ultimi dieci anni sono stati commessi da gente “integrata”, spesso di seconda o terza generazione. Alla faccia di chi vuole lo ius soli e altre idiozie del genere. La verità è una sola ed è sotto gli occhi di tutti : mai fidarsi di un musulmano. Bisogna assolutamente de-islamizzare l’europa. Revoca della cittadinanza, espulsioni, chiusura delle moschee, islam fuori legge. Solo così si risolve il problema. Ignorarlo è da ipocriti.