Il sindacato Cosp denuncia: ennesima aggressione, carceri ingovernabili

12 Mar 2018 17:09 - di Redazione

”Nuova aggressione ieri sera nel carcere di Foggia ai danni di un agente di polizia penitenziaria”. La denuncia arriva dal Cosp, il Coordinamento sindacale della Penitenziaria. ”Da tempo il Co.s.p. denuncia episodi di violenza ai danni del personale a causa del sovraffollamento del penitenziario foggiano e delle carenze strutturali dovute agli organici ridotti ormai a poche decine di unità. Il segretario generale nazionale del sindacato Domenico Mastrulli chiama “alle proprie responsabilità il Dipartimento e il Provveditorato regionale”. ”L’ultimo episodio – spiega – si è verificato poco dopo le 21 nella quarta sezione giudiziaria dove un agente in servizio è stato aggredito e malmenato da un recluso che aveva chiesto di essere visitato da un medico accusando un presunto malore. L’uomo ha dovuto far ricorso alle cure dei sanitari, mentre alcuni detenuti in segno di protesta contro il personale, hanno scagliato brande e materassi delle proprie celle contro gli arredi di un’area riservata alla polizia penitenziaria. Nel carcere di Foggia sono una quindicina le unità che vigilano su oltre 400 detenuti”. ”Nel penitenziario – aggiunge Mastrulli – oltre alle precarie condizioni igienico sanitarie, i sistemi di video sorveglianza e antintrusione sono in attesa di ammodernamento attraverso finanziamenti che non arriveranno mai. In Italia – spiega il segretario del Co.s.p. – sarebbero oltre mille gli agenti penitenziari aggrediti negli ultimi mesi. Questi sono gli effetti della cosiddetta vigilanza dinamica, delle celle aperte, e dei benefici premiali concessi a manica larga ai detenuti nonostante i gravi episodi che si verificano nelle 230 prigioni italiane e nelle 12 strutture di Puglia e Basilicata”. Il sindacato continuerà a vigilare e a denunciare: ”Se necessario – conclude Mastrulli – scenderemo nuovamente in piazza per manifestare contro un sistema carcerario diventato ormai ingovernabile incapace di difendere i propri uomini e le proprie donne”.

Commenti

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  • Francesco Ciccarelli 12 Marzo 2018

    Qual è la soluzione? Semplice: chiudere le celle e niente “vigilanza dinamica”, fuori gli stranieri, poi costruire nuove carceri!