Sicurezza, in sei città parte la sperimentazione delle pistole elettriche “taser”

23 Mar 2018 16:24 - di Redazione

Parte la sperimentazione delle pistole elettriche conosciute come “taser”: le città coinvolte sono Milano, Brindisi, Caserta, Catania, Padova e Reggio Emilia, mentre in una seconda fase si andrà a regime in tutta Italia. La procedura coinvolge poliziotti e carabinieri. La circolare firmata dal capo della direzione anticrimine è partita il 20 marzo.  La polizia per il momento avrà in dotazione 30 taser che saranno assegnati in diverse città d’Italia per un periodo di prova di tre mesi.

Pistole elettriche taser, l’ok della polizia

Taser è il nome del marchio più famoso di pistole che usano l’elettroshock, e che è poi diventato il nome comune per indicare questo tipo di arma. Il taser è un’arma non letale: utilizza l’elettricità (una scarica ad alta tensione e bassa intensità di corrente) per paralizzare i movimenti facendo contrarre i muscoli di chi viene colpito. È stato inventato alla fine degli anni Sessanta, ma i modelli che permettono l’immobilizzazione totale di una persona sono stati progettati a partire dalla fine degli anni Novanta. Plaude il Sap «Accogliamo la notizia con piacere – dichiara Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia – la pistola taser è uno strumento fondamentale per gli operatori di Polizia. Un vero passo in avanti, un’opportunità che riduce il contatto fisico tra poliziotto e aggressore, analogamente all’utilizzo dello spray al peperoncino, già testato dagli operatori, che allo stesso modo, permette di calibrare l’uso della forza, spesso oggetto di propaganda antipolizia nel nostro paese. L’utilizzo della pistola taser – aggiunge Paoloni – è fondamentale perché permette agli operatori di difendersi in casi di estremo pericolo, in condizioni di sicurezza maggiori evitando dunque, un contatto molto diretto con il criminale rendendolo inoffensivo allo stesso tempo».

 

Commenti

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  • Pino1° 23 Marzo 2018

    Era l’ora ! Come sempre la pavidità dei vertici politici – dirigenziali dell’apparato – ha dovuto ingozzare uno strumento che consente all’agente in gravi difficoltà di bloccare velocemente il criminale senza manganellarlo, senza doverlo immobilizzare con la forza che è stata la causa di tutte le tristi vicende di questi anni che hanno fatto carico agli agenti e SOLO AGLI OPERATIVI LE RESPONSABILITA’ DEI VERTICI, VILI che abbassavano la testa alle disposizioni altrui anti forze armate ed anti forze dell’ordine….
    Però ora manca ancora all’equipaggiamento standard per le forze di polizia, (attivate per l’O.P.) il riot gun a palle di gomma per le situazioni limite. Materiale leggero, non lo spas.!