Renzi e Boldrini rottamati: neanche l’antifascismo ha salvato la sinistra

5 Mar 2018 0:50 - di Antonio Marras

“Un risultato storico, sono commosso…”. Era il 25 maggio del 2014, il giorno in cui Matteo Renzi, premier senza essere stato votato ed eletto ma solo grazie a una manovra di partito, aveva portato il Pd al 40% alle Europee, sull’onda della regalìa degli 80 euro che aveva confuso e lusingato gli italiani.

A distanza di quasi quattro anni, quel bluff s’è sgonfiato come un sufflé andato a male. Il Pd, in base alle prime proiezioni, è sceso sotto il 20%, dimezzando quei voti, un patrimonio dilapidato che chiuderà, con tutta probabilità, l’era di Renzi e dei suoi, dalla Boschi ai Lotti, ai Padoan, alla Fedeli. Difficile immaginare che il segretario del Pd possa resistere alla débacle delle Politiche, se si considera che nel 2013, il Pd guidato dall’allora segretario Pier Luigi Bersani raccolse il 25% e l’allora segretario, non riuscendo a fare un governo con il M5S, dovette ammainare bandiera bianca.

E la frattura con gli scissionisti, quelli che hanno formato Liberi e Uguali? Renzi promise che non avrebbero sottratto voti al Pd, ma anche in questo caso si sbagliava, nonostante il risultato altrettanto fallimentare del partito di Grasso e Boldrini, fermo intorno al 4%. Sommando i voti del Pd a quelli di Leu, non si tocca neanche quella soglia psicologica raggiunta cinque anni fa da Bersani, il gap è clamoroso, il tracollo importante. Le conseguenze politiche, in un paese normale, sarebbero l’uscita di scena dei protagonisti.

Neanche la campagna elettorale tutta incentrata sulla retorica dell’antifascismo ha prodotto l’effetto sperato: la campagna d’odio contro la destra nostalgica, la legge Fiano, i proclami della Boldrini, non hanno prodotto gli effetti sperati negli elettori, che hanno rottamato i leader della sinistra e ridicolizzati anche dal punto di vista ideologico. I problemi degli italiani, evidentemente, non erano quelli di Renzi e della Boldrini. Entrambi dovrebbero prenderne finalmente atto.

 

 

Commenti

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  • carmelo 5 Marzo 2018

    GIUDIZIO DEL POPOLO, GIUDIZIO DI DIO! ANDATE ALL’ INFERNO.

  • lucio 5 Marzo 2018

    Rottamati? Speriamo sia vero, speriamo di non sentire più parlare di sta gente, che oltre non saper fare l’interesse della nazione non riescono a fare manco il loro, il vostro posto è l’Africa a drizzare le banane

  • sergio 5 Marzo 2018

    Cosa si aspettavano? Hanno preteso che gli aggrediti in casa propria non reagissero e se reagivano li obbligavano a risarcire il ladro…Basta solo questa scelta demenziale per classificarli, dobbiamo parlare di banche? Dobbiamo parlare di immigrazione e di cooperative? Dovete solo sparire!

  • Damilo grimaccia 5 Marzo 2018

    Chi semina tempesta e odio. Gli succede questo

  • Andrea 5 Marzo 2018

    Perfettamente d’accordo con questa analisi. Non illudiamoci sperando che essi facciano un esame di coscienza: daranno la colpa della loro sconfitta agli elettori “ingrati e ignoranti”, in perfetto stile neo-sovietico.

  • Riccardo Toffoli 5 Marzo 2018

    Vivendo all’estero ho avuto la sensazione di un paese in decomposizione, con una classe politica dedita esclusivamente alla caccia alla poltrona. Una campagna elettorale incentrata sull’odio dell’altro, sul “fermare la bestia ” ad ogni costo. L’unica cosa che posso dire è che mi piange il cuore quando vedo il mio paese ridotto in questo stato, ma sono contento che i miei figli crescano in un’altra realtà