Rampelli: «Zingaretti è senza maggioranza, nonostante “Perdozzi”»

7 Mar 2018 15:10 - di Redazione

«Il fratello di Montalbano non ha vinto lo stesso, nonostante in molti si siano prodigati per aiutarlo. Non ha una maggioranza, non può sostenere un governo». Lo ricorda Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera a proposito di Nicola Zingaretti e della sua vittoria nella Regione Lazio.

Rampelli: “La sinistra ringrazi il sindaco di Amatrice”

Questo, spiega Rampelli, «a dimostrazione del suo scarso appeal e della conseguente vulnerabilità elettorale. Si sapeva che il centrodestra avrebbe vinto con qualunque candidato e che, in condizioni ordinarie, avrebbe fatto cappotto su tutti i collegi uninominali. Ma forse proprio questo si voleva impedire». L’esponente di Fratelli d’Italia ricorda che il copione sembrava scritto a perfezione: la candidatura di disturbo dell’utile idiota di Amatrice, vecchio amico di Zingaretti che nel 2013 ritirò all’ultimo momento la sua candidatura al consiglio regionale con Fdi per non disturbarlo e nel 2018 si candida governatore con una lista civica per disturbare noi… stesso movente; l’eccezionale e unica alleanza proprio nel Lazio tra Pd e Leu da cui si doveva far ripartire, dopo lo scatafascio di Renzi, la sinistra post fiorentina».

L’analisi di Rampelli sul risultato nel Lazio

Rampelli così prosegue l’elenco: «La mancata incomprensibile scelta congiunta, ad Arcore, dei candidati governatori sia della Lombardia che del Lazio; il successivo veto di Salvini a un candidato presidente di Fdi o di Fi; l’incomprensibile ulteriore ritardo nella scelta di Stefano Parisi; la scarsa mobilitazione di alcuni partiti del centrodestra al suo fianco; l’abolizione totale di confronti televisivi che hanno derubricato uno scontro nazionale a vicenda localistica; qualcuno ha perfino fatto notare la coincidenza tra la campagna elettorale e la nuova serie Rai del seguitissimo Commissario Montalbano, con tanto di pubblicità spalmata sul territorio del nome del più bravo tra i Zingaretti…».

“Nicola il moscio e Perdozzi non ce l’hanno fatta”

«E invece, nonostante gli “aiutini”, ‘Nicola il moscio e “Sergio Perdozzi” – continua Rampelli – non ce l’hanno fatta. “Perdozzi” diventerà consigliere regionale a preferenze fottendo tutti i suoi candidati di lista che si sono fatti usare come legna da ardere, circostanza assai anomala per un candidato governatore. Intanto, ignari di questa figura meschina, alcuni commentatori celebrano la prima volta di un secondo mandato nella Regione Lazio». «La giostra continua, senza una maggioranza e senza vergogna. Altro che celebrazioni… se ‘Perdozzi’, dopo aver sostenuto Zingaretti, non lo soccorrerà in consiglio regionale, si può iniziare a pensare a un altro election day», conclude.

Commenti

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  • Mattia Ruffo 8 Marzo 2018

    Aver scelto Parisi, perdente in partenza, era suicida, prendersela con Pirozzi è spregevole, soprattutto se le critiche vengono da persone che sono stimabili ma che ora evidentemente parlano usando termini “ufficiali”, da ufficio stampa.

  • Pinzaglia Quinto 8 Marzo 2018

    La Meloni e Rampelli devono solo vergognarsi x come hanno svenduto Fratelli d’Italia al volere di Berlusconi appoggiando un personaggio specializzato nel perdere.E’ uno specialista dell’arrivare secondo quando corrono in due.Oggi date la colpa a Pirozzi???? Ma non vi fate un po’ schifo!!!!! Così,poco poco,soprattutto quando vi guardate allo specchio????

  • Antonio 8 Marzo 2018

    Individui come Pirozzi fanno perdere ulteriore credibilità alla politica. Dispiace, soprattutto, per i terremotati che hanno a rappresentarli una tale persona degna solo del fratello di Montalbano: Zingaretti.

  • bruno buono 8 Marzo 2018

    La Meloni ha toppato licenziando Pirozzi, Parisi non rappresentava il popolo di destra ma un piccolo borghese, Rampelli ravvediti e non tirare fuori storie da politichese, Scrive un Mussoliniano, nn uno di sx

  • Ovidio 8 Marzo 2018

    Il Sig. Giancarlo ha ragione. Il Cd ha fatto di tutto per non vincere. Non hanno voluto nemmeno scambiare due parole per trovare un’intesa con Pirozzi, hanno candidato una persona solo pochi mesi fa trombata a Milano. Sembra quasi che non volessero vincere un proprio esponente. Come hanno fatto al comune di Roma. Forse considerano questa città e questa regione come territorio che è meglio non governare. Troppi problemi.

  • ADRIANO AGOSTINI 8 Marzo 2018

    Ho sempre pensato che Pirozzi fosse un infiltrato del PD per togliere voti al candidato del centro-destra e così è stato. Ricordo che al tempo della defaillance del governo nel dare le casette ai terremotati e al furto delle donazioni da parte del popolo italiano, Pirozzi è sempre stato sempre prudente e mai si è scagliato contro Errani e il PD e non credo sia stato per timidezza. Anche nell’ipotesi che i voti di Pirozzi fossero equamente divisi tra la Lombardi e Parisi il candidato di centro-destra avrebbe vinto. Purtroppo così non è stato.

  • Tita De Stalis 8 Marzo 2018

    Molte cose per me sono inconprensibili, ho però la sensazione che la volontà di suicidio sia presente in tanti politici ed in tanti Partiti. Ovviamento sotto sotto ci dev’essere qualcosa che sfugge ai miseri mortali, che devono assistere impotenti a tanta dabbedaggine

  • Erwin 7 Marzo 2018

    Come la Boschi a Bolzano…Cq nel Lazio il CDX si fa sempre male da solo, vedere Meloni per la candidatura a sindaco,…

  • Giancarlo 7 Marzo 2018

    MI chiedo: MA e’normale che uno che e’stato candidato a sindaco di Milano e ha perso viene dopo pochi mesi candidato a guidare la Regione Lazio? Per me e’follia