Quegli strani riti iniziatici alla Bocconi, con maschere e spade come nel film di Kubrick

29 Mar 2018 15:16 - di Redazione

A gettare il sasso nello stagno era stato il quotidiano Libero, dando notizia dell’esistenza di un’antica confraternita studentesca alla Bocconi, prestigiosa università milanese, per accedere alla quale ci si deve sottoporre a prove umilianti, in un’atmosfera che ricalca quella del celebre film di Kubrick Eyes Wide Shut. Notizia fondata sul racconto di un anonimo studente ma risultata talmente grave da indurre i vertici dell’ateneo ad aprire un’inchiesta interna affidata alla commissione disciplinare. Secondo quanto riportato oggi da Repubblica anche altri studenti starebbero cominciando a parlare raccontando di essere stati spogliati, bendati e costretti a subìre umiliazioni che vanno bel oltre la goliardia.

Secondo il racconto fatto da Libero, la matricola rimasta anonima avrebbe parlato di tre prove per far parte della confraternita: la prima consisteva nel travestirsi da donna e passeggiare nelle vie cittadine. Al secondo appuntamento lo studente sarebbe stato condotto in una stanza semibuia, illuminata da candele e accolto dai rappresentanti della confraternita con maschere e cappucci stile Eyes Wide Shut: “Mi hanno chiesto di svestirmi. Uno di loro mi puntava una spada agitandola di tanto in tanto. Quindi mi hanno costretto a estrarre i genitali e a simulare l’orgasmo di una donna. Avevo paura”. Sarebbero seguiti insulti e prese in giro da parte dei presenti, che avrebbero definito la presunta vittima un “indegno”. Il ragazzo, ubriaco, sarebbe stato lasciato andare a notte fonda dalla confraternita.

Ora nel mirino è finita la Società della Taula, associazione di bocconiani nota per la segretezza delle sue attività e che ammette solo dieci studenti ogni anno. Alcuni scritti riferibili alla confraternita spiegano anche ai membri quali strategie di egemonizzazione mettere in atto per influire al meglio sugli organismi studenteschi dell’università. Gli attuali adepti della società respingono però ogni accusa, affermando di attendere con fiducia la convocazione dell’ateneo per chiarire ogni cosa.

 

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