Pochi soldi in banca: sequestrata all’ex-pm Ingroia la casa di campagna

20 Mar 2018 17:16 - di Redazione
ingroia

Sono ore di passione per Antonio Ingroia, già magistrato in forze alla procura di Palermo, già candidato premier (con pochi voti) di Rivoluzione Civile, la lista con cui si presentò alle elezioni politiche del 2013, e ora avvocato. In queste ore, infatti, su mandato dei suoi ex-colleghi palermitani, la Guardia di Finanza gli ha sequestrato una casa di campagna a Calatafimi. L’indagine riguarda sempre il suo ruolo di ex-amministratore di Sicilia e-Servizi, alle indennità ed ai rimborsi spese.

Ingroia è accusato di peculato a Palermo

Un’inchiesta che venerdì scorso ha portato al sequestro da 151mila euro. Poiché nei conti bancari di Ingroia non c’era liquidità sufficiente a coprire l’intera somma, è scattata l’esigenza di un sequestro “integrativo”. Ironia della sorte ha voluto che il provvedimento gli venisse notificato proprio nelle stesse ore in cui Ingroia pubblicava un videomessaggio in cui bollava come «infondate» le accuse dei pm. Com’è ormai noto, secondo gli investigatori, Ingroia, nominato dal governatore Rosario Crocetta, del Pd, a capo della società in house della regione Sicilia, si sarebbe auto-liquidato una indennità di 117mila euro. Questa attività viene giudicata in conflitto d’interessi e soprattutto non sarebbe passata da una valutazione dell’assemblea dei soci. Stando, infatti, alle valutazioni dei pm di Palermo, l’indennità sarebbe stata sproporzionata dal momento che non avrebbe dovuto superare i 50mila euro l’anno. Così facendo – è la tesi degli investigatori – l’ex pm avrebbe determinato un abbattimento dell’utile di esercizio da 150mila euro a 33mila euro.

Nel mirino indennità e rimborsi viaggio

Ingroia, che ora vive a Roma, si sarebbe, inoltre, indebitamente appropriato di ulteriori 34mila euro, a titolo di rimborso per spese sostenute per vitto e alloggio nel 2014 e nel 2015, in occasione delle trasferte a Palermo per svolgere le funzioni di amministratore, nonostante la legge consentisse agli amministratori di società partecipate residenti fuori sede l’esclusivo rimborso delle spese di viaggio.

Commenti

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  • Luciana Bergamo 21 Marzo 2018

    Un bel giudice comunista. Che schifo