Supermulte Consob agli avvocati “insider” per l’Opa Docomo su Buongiorno

12 Mar 2018 14:55 - di Paolo Lami

Arrivano le supermulte della Consob – oltre 4 milioni di euro – per 21 persone che abusarono di informazioni privilegiate nel momento in cui l’azienda nipponica Docomo, mediante la sua controllata tedesca, Docomo Deutschland GmbH lanciò un’Opa volontaria sulle azioni Buongiorno SpA, la società di Parma, fondata nel 1999 da Mauro Del Rio, specializzata in app musicali, gaming e soluzioni di pagamento digitale, che si occupa della creazione e distribuzione di contenuti multimediali per oltre 130 operatori di telefonia fissa, mobile ed internet in 57 paesi del mondo.

L’operazione al centro della vicenda risale al 2012, quando Borsa italiana diffuse l’informazione sulla promozione dell’Opa. Ma, secondo quanto poi emerse, il gruppo di investitori «collegati tra loro» aveva già acquistato i titoli.

La Commissione nazionale per le società e la borsa ritiene che le persone sanzionate, «legate tra loro da stretta amicizia», abbiano utilizzato le informazioni relative all’offerta pubblica di acquisto sulla totalità delle azioni Buongiorno, per fare e suggerire acquisti.

Ad essere stati multati sono, ovviamente, anche i soggetti che hanno ricevuto l’informazione privilegiata e l’hanno, poi, utilizzata.

Le sanzioni comminate dalla Consob vanno da un minimo di 120.000 euro a un massimo di 450.000 euro, cifre a cui va aggiunto, in alcuni casi, anche il sequestro dei beni «fino alla concorrenza del valore del prodotto dell’illecito a lui contestato, corrispondente alla somma dei valori utilizzati per commetterlo e del profitto conseguito».

La vicenda coinvolge alcuni dei più prestigiosi studi legali d’affari italiani – un noto avvocato è stato perfino arrestato dalla Procura di Milano ed altri colleghi hanno rischiato il carcere, salvati, in corner, dalla decisione del gip Franco Cantù Rajnoldi – e consulenti di Mediobanca e Unicredit che, proprio per la loro attività, vennero a conoscenza di informazioni privilegiate – non solo sull’Opa Docomo ma anche su altre Opa – che non avrebbero dovuto mai svelare. Invece, secondo quanto emerso grazie anche ai racconti dell’ex-analista del risk management di Mediobanca, Francesco Maldese, che decise di collaborare con i magistrati milanesi, e di un suo collega, alcuni legali e consulenti, venuti a conoscenza delle informazioni privilegiate, per il tramite di alcuni colleghi, le utilizzarono per far acquistare da conoscenti, o acquistare loro stessi, le azioni Buongiorno SpA poco prima dell’Opa Docomo.
La Procura contestò agli indagati anche l’associazione a delinquere, contestazione, invece, respinta dal gip.

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