Norcia, l’ira di sindaci e terremotati contro i magistrati e i burocrati

14 Mar 2018 17:27 - di Paolo Lami

Un intero paese, Norcia, in rivolta. L’ira del sindaco, Nicola Alemanno, raggiunto ieri da un nuovo avviso di garanzia, che, furibondo, medita di lasciare la guida del paese in polemica con i pm spoletini. E l’indignazione contro la magistratura di amministratori locali, terremotati e migliaia di italiani che hanno faticosamente contribuito, mettendosi una mano in tasca, a finanziare la costruzione post-terremoto del Centro Polivalente di Norcia, firmato dall’archistar Stefano Boeri, icona mondiale dell’architettura contemporanea, anch’egli infangato, a sua volta, da un avviso di garanzia.

La vicenda è quella del Centro Polifunzionale di Norcia, una struttura nuova, avveniristica e, ovviamente, antisismica, costruita in pochissimo tempo grazie alla generosità di molti italiani che hanno così risposto all’appello e alla raccolta fondi lanciata dal Corriere della Sera e dal Tg de La7 dopo il terremoto del 2016 che aveva devastato il centro Italia e, in particolare l’area di Norcia e Amatrice, inaugurato a giugno 2017 e sequestrato, ora, dalla Procura di Spoleto.
I pm spoletini che hanno fatto notificare gli avvisi di garanzia al sindaco di Norcia Nicola Alemanno e all’architetto Stefano Boeri, sostengono che l’opera abbia violato le norme sulla temporaneità della struttura e che non sia smontabile, circostanza contestata apertamente dallo stesso progettista Stefano Boeri, fratello maggiore del più noto Tito, economista, presidente Inps di nomina renziana, ex-ghost writer di Walter Veltroni, editorialista di Repubblica e direttore della Fondazione Debenedetti. Agli indagati i magistrati spoletini contestano il fatto che l’opera sia stata costruita in un’area sottoposta a tutela paesaggistica all’interno del Parco dei Monti Sibillini e sito di interesse comunitario.

Ma i diretti interessati non ci stanno. E reagiscono contestando la magistratura ed il provvedimento adottato.

«Sto meditando di lasciare la guida del Comune di Norcia – insorge Alemanno nel corso di una affollata conferenza stampa in piazza San Benedetto organizzata dopo avere ricevuto l’avviso di garanzia legato al sequestro del centro polivalente e alla quale ha partecipato la popolazione – mi sto chiedendo se non sia bene che io me ne vada e che venga in rappresentanza un prefetto, un magistrato che magari saprà fare meglio di me» aggiungendo di «avere aperto una riflessione» con la sua maggioranza di centrodestra e che scioglierà la riserva «nelle prossime ore». Alemanno ha anche annunciato che, visto il provvedimento, «il prossimo Consiglio comunale si terrà in piazza» in quanto, dopo il sisma, veniva utilizzato proprio quello spazio del Centro Polifunzionale di Norcia, dove ora sono stati posti i sigilli, per le sedute del Consiglio.

Anche il progettista Stefano Boeri contesta l’operato dei pm: «Abbiamo realizzato un’opera in seguito alle ordinanze del Commissario straordinario e del sindaco, ordinanze che permettevano di costruire in condizioni di emergenza, in aree anche non edificabili, strutture temporanee e, quindi, removibili. Questo è quello che è stato fatto. Che ci fosse un’emergenza mi pare incontestabie, che siano strutture temporanee mi pare indiscutibile, non capisco dove stia il problema», conclude Boeri, sostenendo di non capire il provvedimento della magistratura.

Quello di ieri è il secondo avviso di garanzia in relazione alla ricostruzione post-terremoto che raggiunge il sindaco di Norcia già indagato, il 7 gennaio 2018, sempre dalla Procura di Spoleto, assieme al presidente della Proloco di Norcia, Venanzo Santucci e al direttore dei lavori Riccardo Tacconi, per la costruzione, sequestrata anch’essa dalla magistratura spoletina, dell’edificio della Proloco di Norcia, la cosiddetta “Casa Ancarano”, nella frazione di Ancarano di Norcia, una struttura di circa 400 metri quadrati in legno pensata per affrontare possibili  future emergenze, costruita, secondo i pm, «illecitamente» perché autorizzata «con l’ordinanza sindacale 762 del primo agosto 2017 in deroga al necessario titolo abilitativo, nella specie costituito dal permesso a costruire» e finanziata, anch’essa da migliaia di donazioni di cittadini italiani, tra cui quelli della comunità di Laives, nel Trentino.

Anche in quel caso i pm contestarono agli indagati – a metà maggio prenderà il via il processo davanti al Tribunale di Spoleto – che la struttura non è temporanea ma ha «natura e finalità permanenti in un’area vincolata» oltre alla mancanza «della preventiva e necessaria autorizzazione paesaggistica necessaria per l’area ricadente nel Parco nazionale dei Sibillini».

Reagiscono ora indispettiti e piccati dalle polemiche e dalle contestazioni delle ultime ore i magistrati spoletini dopo il loro ulteriore provvedimento per il Centro Polivalente di Norcia: «il sequestro della struttura non può provocare pregiudizi o ritardi all’opera di ricostruzione o risanamento delle abitazioni e degli altri edifici danneggiati a Norcia, né all’assistenza alle popolazioni in caso di futuri eventi sismici. Per tutte queste ragioni, individuare nei magistrati della Procura di Spoleto il capro espiatorio da additare agli abitanti di Norcia come bersaglio per risentimenti e timori è ingiustificato in partenza, anche prescindendo dalla definitiva valutazione sulla fondatezza dell’accusa, che spetterà al giudice – fa sapere, con una nota, il procuratore capo della Procura di Spoleto, Alessandro Cannevale – Poiché abbiamo assistito all’uso di organi d’informazione per diffondere invettive basate su dati di fatto parziali e quindi falsi, animate da interesse personale, comprensive di esplicite intimidazioni e spinte al punto da invitare gli abitanti di Norcia a recarsi – per scopi imprecisati – a casa dei magistrati in caso di nuovo sisma, faremo il possibile per tutelare la nostra reputazione e la tranquillità delle nostre famiglie».

«Né in seguito agli eventi sismici del 2016, né in seguito a precedenti terremoti – concludono i magistrati spoletini – la normativa d’emergenza ha mai neppure lontanamente ipotizzato che ai sindaci, alla Protezione civile, o ad altra autorità fosse consentito autorizzare in via generale e incondizionata alle norme urbanistiche ordinarie».

La solidarietà, insieme alla richiesta di non lasciare la poltrona di sindaco, arriva a Nicola Alemanno da più parti: «Abbiamo più volte detto di quanto faticoso sia lottare contro le norme e la burocrazia quando si è già alle prese con l’immane difficoltà di rimettersi in piedi dopo un evento catastrofico come il terremoto del Centro Italia – dice il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro – Lo abbiamo detto ad altri nostri colleghi sindaci che si sono ritrovati indagati per aver tentato di dare una risposta, a volte un posto in cui ritrovarsi, a una comunità ferita. Lo diciamo oggi con identica convinzione a Nicola Alemanno, sindaco di Norcia. Nicola, non dimetterti, non mollare. La rinascita della tua bellissima città, il rilancio del meraviglioso territorio del Centro Italia è anche nelle nostre mani. Come sai, come ho avuto modo di dirti anche personalmente, la comunità dei sindaci che mi onoro di rappresentare, è tutta con te».

«Credo che la magistratura ce la stia mettendo tutta per frenare la ricostruzione del centro Italia colpito dal terremoto dell’agosto e dell’ottobre 2016. Mettere i sigilli ad una struttura smontabile, tra l’altro una piccola perla di architettura, e iscrivere nel registro degli indagati il sindaco e l’architetto Boeri significa pura miopia con evidenti cavilli giuridici senza senso – accusa anche la portavoce dei terremotati di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera, Maria Teresa Nori che esprime solidarietà al sindaco e ai cittadini di Norcia – Da questi presupposti nasce il germoglio della paura da parte degli amministratori locali che per fare un’opera, per ripristinare un territorio, per dare vita alla comunità dovranno stare sul filo del rasoio per fare il loro dovere nei riguardi della cittadinanza. E’ una assurdità tutta italiana. Con questi presupposti i nostri territori rinasceranno tra 30 anni, ma sarà troppo tardi perché ci sarà uno spopolamento epocale».

Durissima la reazione anche del conduttore del Tg di La7, Enrico Mentana che parla di «iniziativa improvvida» della magistratura chiedendosi «se dovesse succedere qualcosa, speriamo proprio di no, andranno a casa del pm di Spoleto, del procuratore di Spoleto, dei magistrati inquirenti i cittadini che si trovassero in difficoltà?». «Se finirà tutto in nulla, come immaginiamo – avvisa Mentana – saremo noi a ricorrere alla magistratura per risarcire il danno reputazionale che tutti stanno subendo».

 

 

 

Commenti

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  • Giuseppe Tolu 15 Marzo 2018

    Siamo in Italia, e solo in Italia succedono cose del genere. Finirà in galera il sindaco e, spacciatori e picchiatori di anziani in libertà, mah!

  • 14 Marzo 2018

    Quello che sostiene Mentana…..è ciò che migliaia di italiani stanno gridando da anni, in special modo quei cittadini italiani che hanno subito angherie e violenze da parte di una magistratura ideologizzata, miope ed incapace. Incapace è miope, perchè la stragrande maggioranza dei processi, avvisi di garanzia, carcerazioni preventive e quant’altro finiscono in una bolla di sapone, la cosa strana, è che un altro esercito di incapaci ed inetti che dovrebbe legiferare in materia, non fa nulla, scalda solo la poltrona e pensa ai propri interessi, senza toccare i manovratori.