Martina prende la guida del Pd e lo inchioda all’opposizione. Rischio scissione

12 Mar 2018 19:21 - di Antonio Marras

«Alle forze che hanno vinto diciamo una cosa sola: ora non avete più alibi. Ora il tempo della propaganda è finito. Lo dico in particolare a Lega e Cinque Stelle: i cittadini vi hanno votato per governare, ora fatelo. Cari Di Maio e Salvini rendetevi le vostre responsabilità. Misureremo insieme ai cittadini le vostre coerenze, giorno per giorno, rispetto a quello che avete promesso facilmente e raccontato in mesi e mesi di propaganda senza limiti». Maurizio Martina, nella relazione alla Direzione nazionale del Partito Democratico che gli ha affidato il compito di “traghettatore” nel dopo-Renzi, scioglie subito i dubbi sulla collocazione del Pd e su possibili sostegni ai governi che ne chiederanno i voti. Renzi, oggi, non si è presentato alla direzione e le sue dimissioni sono state lette da Matteo Orfini all’inizio dei lavori, affidando il suo pensiero ai social. «Mi dimetto da segretario come è giusto fare dopo una sconfitta – ha scritto nella sua enews a un ragazzo, malato di Sla – ma non molliamo, non lasceremo mai il futuro agli altri».

Da qui al mese prossimo, tempo stabilito per convocare l’assemblea generale, il Pd viene  dunque affidato a Martina, che proverà a evitare una scissione tra chi vuole ricongiungersi con la sinistra di Bersani e magari sostenere il governo con i Cinquestelle, e chi invece ritiene necessario restare all’opposizione. Come Martina, che dal palco invoca unità e collegialità: «La nostra sconfitta è stata netta. Intendiamo rispettare profondamente il voto di tutti gli italiani e saremo coerenti con gli esiti del 4 marzo. Ora tocca a chi ha ricevuto maggior consenso l’onore e l’onere del governo del paese. Noi continueremo a servire i cittadini, dall’opposizione, dal ruolo di minoranza parlamentare. Non cerchiamo scorciatoie o capri espiatori a una sconfitta netta e inequivocabile che ci riguarda tutti, ciascuno per la propria responsabilità, e da cui tutti dobbiamo imparare molto. So che possiamo farcela. So che possiamo lavorare alla nostra riscossa». Da renziano vero, Martina non ha mancato di ringraziare il leader che ha trascinato il Pd nel baratro: «Sento innanzitutto il bisogno di riconoscere la scelta che il segretario ha compiuto dopo il voto, con le sue dimissioni, e voglio ringraziarlo per questo atto forte e difficile ma soprattutto per il lavoro e l’impegno enorme di questi anni». Tepidi appalusi.

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  • Rocco MASTROCOLA 13 Marzo 2018

    SCOMMESSA SUL nuovo MINISTRO DELL’INTERNO –
    Sono nato il giorno prima della liberazione di Auschwitz, ho vissuto 13 anni a Bologna, studiando anche con il politologo Nicola Matteucci, sono abruzzese e vivo a Pescara. In un lontano passato ho trascorso un mese a Portsmouth, visitando anche Southampton e, per il Navy Day, ho avuto la grande fortuna d visitare la nave più bella del mondo, la nostra Amerigo Vespucci. OGGI, con qualcuno, ho fatto una possibile e strana scommessa, facendo il nome del successore del pur bravo Marco Minnitti…. il quale si turerà il naso, come si usava dire, ma lascerà il posto a MATTEO SALVINI – prossimo Ministro dell’Interno delGoverno Di Maio,, oltre che vice primo ministro o vice, Premier, come amerebbe farsi chiamare e così troverà soluzioni rapide ai 600.000 problemi che pesano ovunque
    Con la maggioranza che ha, il 5 Stelle non starebbe mai fuori dal Governo (Mattarella non lo permetterebbe) e Salvini con Renzi sarebbe una vera offesa al buon senso, del resto i grillini sono vogliosi di andare al Governo e ben sapendo che da soli non potrebbero farlo, saranno ben propensi ad un accordo molto “onorevole” per tutti. Della sinistra non mi fido proprio e sono Assicurato contro ogni sinistro e contro tutti i sinistri che ho ben conosciuto all’opera, andando a Berlino Est, nel 1972 e per una settimana. Nella rossa e turbolenta Bologna, ho vissuto il famoso ’68 e qualcuno mi giudicò un matto e fuori di testa quando decisi di iscrivermi alla DC.