Lo zio di Pamela non “perdona”: «Assassini, dovete marcire in galera»

30 Mar 2018 10:52 - di Redazione
Pamela Mastropietro

Parole dure, lo sfogo di un avvocato, di uno zio, nel pieno della sua battaglia legale per fare giustizia per Pamela Mastropietro, la giovane di Roma barbaramente massacrata a Macerata, fatta a pezzi, chiusa in una valigia e abbandonata per la strada, non prima di avere infierito sui brandelli del suo corpo. Sono in carcere Innocent Oseghale, Desmond Lucky e Awelima Lucky, tre nigeriano. Sono loro gli “ominidi sottosviluppati” a cui l’avvocato Marco Valerio Verni, zio di Pamela e fratello della madre Alessandra, si rivolge.

«Sono avvocato, e sono Consigliere delle Forze Armate – scrive su Facebook il legale di Pamela Mastropietro- Mi sono formato con loro, ai massimi livelli, ed oggi ho spesso il privilegio di formare io loro, per quel di mia competenza. Le nostre forze di Polizia, se vogliono, sono tra le migliori al mondo, per cui dico, agli Lo sfogoche hanno barbaramente ucciso mia nipote Pamela: potete cambiare la vostra ridicola versione dei fatti (che io, passo passo, vi smonterò in tribunale), potrete trovare l’appoggio ipocritamente compassionevole di qualche politicante di turno, magari potrete anche pensare di farla franca, ipotizzando di prendervi gioco dello Stato italiano. Ma ricordate: ‘Non esistono delitti perfetti, ma solo investigatori distratti’. Io non vi lascerò tregua. Con me lo staff del mio studio. Accanto agli inquirenti. E l’Italia tutta. Preparatevi a marcire nelle nostre patrie galere», scrive lo zio e avvocato della povera Pamela.

La vicenda della morte atroce di Pamela è ancora lontana dall’essere del tutto conclusa, ma è certo in base a tutti i rilievi scientifici prodotti che Pamela è stata uccisa e non è stata l’overdose a determnare la sua morte, come aveva tentato penosamente di difendersi Oseghale, mentendo. Il cerchio intorno a lui e ai supi complici. La rabbia dell’avvocato Verni è in fondo acnhe la rabbia per i difensori dei tre nigeriani, che hanno via via tentato di accreditare le  versioni dei nigeriani coinvolti.

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