Fermato Sarkozy: sotto torchio per l’inchiesta sui finanziamenti ricevuti da Gheddafi

20 Mar 2018 10:03 - di Lara Rastellino

Questa mattina la Francia si è risvegliata con una notizia nell’aria da un po’, ma che in queste ore deflagra in tutto il suo potenziale esplosivo: e come riportano tutti i siti e i media, «l’ex presidente francese, Nicolas Sarkozy, è sotto interrogatorio in stato di fermo nei locali della polizia a Nanterre (Parigi), nel quadro dell’inchiesta sui presunti finanziamenti libici alla sua campagna elettorale del 2007».

Sarkozy in stato fermo dalla polizia

Come anticipato le indagini sono state avviate da un po’ e il sentore che gli inquirenti fossero arrivati a un punto di snodo aleggiava da un po’: lo stupore che accompagna il diffondersi della notizia, allora, è quindi legato soprattutto alla considerazione che in molti stanno facendo in queste ore oltralpe, e cioè che questa è la prima volta che Sarkozy viene interrogato su queste accuse dall’avvio dell’inchiesta datato 2013. Come confermato, tra gli altri, dal sito dell’Ansa, dunque, allo stato dei fatti l’ex inquilino dell’Eliseo è sotto interrogatorio già da un po’, ma «lo stato di fermo può durare fino a 48 ore, dopodiché Sarkozy potrà essere presentato davanti al magistrato». Nel frattempo, negli ambienti istituzionali vige il più scrupoloso riserbo: con il premier francese Edouard Philippe che, pur confermando diplomaticamente una «relazione intrisa di rispetto», intervistato questa mattina dai principali media francesi, ha dichiarato di non voler fare «alcun commento» sul fermo di Sarkozy; fermo che, va ricordato, è stato disposto a seguito dell’inchiesta su presunti soldi libici “piovuti” sulla campagna presidenziale del 2007.

L’inchiesta su presunti finanziamenti illeciti dalla Libia

Dunque, da cosa è partita e cosa ha appurato fin qui l’inchiesta francese? Secondo l’accusa mossa dagli inquirenti e ricostruita nel dettaglio su il Giornale in base a quanto riferito da Le Monde, «l’intermediario Ziad Takieddine avrebbe trasportato 5 milioni di euro in contanti da Tripoli a Parigi, tra la fine del 2006 e l’inizio del 2007, prima di consegnarli a Claude Gueant e Nicolas Sarkozy, all’epoca Ministro degli Interni. Indagato per “complicità nella corruzione di pubblico ufficiale straniero” e “complicità nell’appropriazione indebita di fondi pubblici in Libia”, queste accuse confermarono quelle mosse il 20 settembre 2012 da Abdallah Senoussi, ex direttore dell’intelligence militare della Libia». Non solo: come riporta sempre Le Monde, l’inchiesta farebbe riferimento anche a importanti appunti in possesso di Shukri Ghanem, ex ministro libico del petrolio morto nel 2012 in circostanze definite da subito “misteriose”: appunti che registrerebbero pagamenti e passaggi di denaro arrivati fino all’ex presidente francese. La domanda che circola con insistenza a questo punto, allora, riguarda un latro interrogativo: per arrivare a interrogatorio e fermo, la magistratura francese ha altre carte, altre prove in mano, con cui dimostrare il presunto finanziamento illecito? Sul fronte mediatico, a riguardo, per il momento tutto tace, mentre Sarkozy – che ha sempre respinto al mittente ogni accusa – continua a negare coinvolgimenti di qualunque natura nell’inchiesta che lo coinvolge.E, come ricorda Le Monde, lo stato di fermo può durare 48 ore.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • avv. alessandro ballicu 20 Marzo 2018

    ben fatto così impara un altro nemico dell’italia prima ha preso i soldi di gheddafi e poi lo ha bombardato, traditore

  • gio 20 Marzo 2018

    non ride più adesso ?

  • sergio 20 Marzo 2018

    la verità, richiede del tempo, ma prima o poi viene sempre a galla.
    adesso quel bifolco galletto francese non riderà più.

  • Pino1° 20 Marzo 2018

    I comunistelli d’accatto con la pletora dei sinistri giornalisti hanno sputato sul nostro governo (cavaliere! ) per le tende libiche a Roma……. se Sarcosi faceva inchini e prendeva soldi da
    gheddafi andava benissimo, se viene assassinato il rais (cancellare le tracce ? ) va lo stesso benissimo, se ci porta via la libia, tutti zitti, se ci scippano il navale di confindustria, tutti zitti ! I giornalai di regime in italia fanno vomitare, solo pochissimi hanno la capacità di raccontare qualche dubbio, sono eccezioni quelli che manifestano idee libere! Il governo nuovo, se ci sarà dovra’ risparmiare moltissimo sulle elargizioni ai giornali di regime, fini all’estinzione di quel pesantissimo capitolo di spesa. Chi sa stare al mercato bene, saremo tutti contenti, chi mente consciamente o no nel riportare le notizie, stravolgendole, al bando !