È morta Linda Brown: per lei gli Usa dissero basta alla segregazione a scuola (video)

27 Mar 2018 14:49 - di Redazione

È morta Linda Brown, la donna afroamericana che, quando era una bambina, divenne il simbolico centro della causa “Brown v. Board of Education” che, con la decisione della Corte Suprema del 1954, aiutò a eliminare la segregazione razziale negli Stati Uniti. Il padre di Linda, il reverendo Oliver Brown, della St. Mark’s African Methodist Episcopal Church di Topeka, fu il primo dei 13 ricorrenti contro il distretto scolastico della città del Kansas che impediva ai loro figli di andare nelle scuole dei bianchi.

«Volevo solo andare al centro estivo»

«Io non capivo il colore della pelle, volevo solo andare al centro estivo», ha raccontato in un’intervista negli anni scorsi Linda Brown, scomparsa domenica scorsa a 76 anni, ricordando come a pochi isolati dalla casa della sua famiglia vi fosse una scuola per soli bianchi. E che lei, che faceva la terza elementare, voleva solo evitare di prendere l’autobus o camminare a lungo per andare a scuola. A quell’epoca, la città di Topeka, dove gli afroamericani erano meno del 10% della popolazione, aveva iniziato a integrare scuole superiori e media, ma non le elementari. L’azione legale portata avanti dal padre di Linda era coordinata dalla Naacp, la maggiore organizzazione afroamericana negli Stati Uniti, che allora stava gestendo altre quattro class action contro la segregazione scolastica in South Carolina, Virginia, Delaware e District of Columbia.

L’impegno di Linda Brown per i diritti civili

Riunite insieme, sotto il nome del padre di Linda, le cause arrivarono alla Corte Suprema, dove il team guidato da Thurgood Marshall, che poi divenne a sua volta sommo giudice, riuscì a ottenere una sentenza che, all’unanimità, stabiliva che la segregazione scolastica violava l’uguaglianza delle protezioni per i cittadini garantita dall’articolo 14 della Costituzione Usa. «La segregazione di bambini bianchi e di colore nelle scuole pubbliche ha un effetto dannoso», recitava la sentenza che così superava quella del 1896 in cui si affermava il principio di «separati, ma uguali» che era alla base della segregazione negli Stati Uniti. La sentenza aprì la strada a un graduale, a volte violento, cambiamento nelle città americane, anche se molte scuole del scuole negli Stati del Sud rimasero segregate per anni. Anche la scuola che non aveva accettato Linda per il centro estivo e che tentò ancora di vietarle l’accesso proprio nel giorno della storica che sentenza della Corte Suprema che portava il suo nome. «Guardando indietro di 30 anni alla sentenza “Brown v. Board of Education”, vedo che ha avuto un impatto su tutti gli aspetti della vita delle minoranze in tutta l’America», disse in un documentario nel 1985 Brown che, dopo essersi trasferita con la famiglia in Missouri, tornò a Topeka dove ha insegnato ed ha continuato a essere impegnata nel movimento per i diritti civili.

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