Cinque anni di Bergoglio: ecco perché è il Papa più amato dalla sinistra

12 Mar 2018 18:52 - di Guido Liberati

Per i cinque anni di pontificato di Papa Francesco torna il dibattito sulla collocazione politica e ideologica di Jorge Bergoglio. Il cardinale arrivato “dalla fine del mondo”, come ebbe a dire nel suo primo discorso alla folla accorsa a San Pietro dopo la sua elezione, ha suscitato reazioni contrastanti, soprattutto negli ambienti più conservatori. Non è un caso che, in queste ore, sia arrivata la dichiarazione del papa emerito Benedetto XVI su Papa Francesco, come figura in piena continuità con il suo pontificato. Quella di Ratzinger sembra quasi una difesa d’ufficio.

Migranti, economia, ambiente: i temi di Bergoglio

“Papa di destra o di sinistra”? La domanda che viene proposta da Vatican News, il sito ufficiale del Vaticano e di Papa Francesco, rende pubblico un dubbio che serpeggia da tempo. «Inizialmente tutti o quasi parlavano bene di Francesco. Pian piano sono arrivate le critiche» si osserva, commentando evangelicamente: «Una buona notizia, visto quello che ha detto Gesù: “Guai a voi quando tutti parleranno bene di voi…». Vatican News sottolinea che «da destra, si accusa il Papa di essere comunista, perché attacca l’attuale sistema economico liberista: “è ingiusto alla radice”, “questa economia uccide”, fa prevalere la “legge del più forte che mangia il più debole”. E parla troppo di migranti e di poveri: «oggi gli esclusi non sono sfruttati, ma rifiuti, avanzi…».

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Bergoglio non è abbastanza progressista?

Prosegue Vatican News: «Da sinistra, si accusa il Papa di essere fermo sulle questioni etiche: difende a spada tratta la vita, contro aborto e eutanasia: “Non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana”. Difende la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, condanna la teoria gender, “sbaglio della mente umana” e la dittatura del pensiero unico e le colonizzazioni ideologiche, anche nelle scuole».

Il manifesto ha già risposto alla domanda su Bergoglio

In effetti, la sinistra ha già adottato da tempo Bergoglio come suo portabandiera. Prendete i rapporti privilegiati con Eugenio Scalfari, campione del giornalismo radical chic e agnostico, diventato ormai il “portavoce ombra” di Bergoglio. Lo stesso Papa Francesco ebbe modo di dire in un’intervista che tra i giornali italiani leggeva solo Repubblica.  Altrettanto emblematica la campagna del quotidiano comunista il manifesto, che nell’ottobre dello scorso anno ha lanciato in abbinamento con il giornale la vendita dei discorsi di Papa Francesco su “terra, casa e lavoro”. Non si ricordano, invece, in questi cinque anni, iniziative editoriali analoghe da parte di giornali moderati o conservatori. Insomma, la domanda di Vatican news ha già ricevuto da tempo una risposta chiara e inequivocabile.

Ecco come la sinistra trattava i pontefici prima di Bergoglio

Ecco come la sinistra trattava i pontefici prima di Bergoglio

Bergoglio è il papa più amato dalla sinistra

Bisogna tornare indietro, ai tempi di Giovanni XXIII per trovare un pontefice così sfrenatamente amato dalla sinistra intellettuale e politica. Non ebbe analoga fortuna Paolo VI, né tantomeno Giovanni Paolo II (osteggiato ferocemente dai giornalisti italiani, legati al carrozzone del Pci). Per non parlare di Benedetto XVI, contestato se non proprio irriso dalla stampa italiana. Proprio il manifesto con il titolo “Il pastore tedesco” lanciò il suo sberleffo nei confronti di Ratzinger. Lo stesso Ratzinger che oggi scrive che il pontificato di Bergoglio è l’ideale proseguimento del suo. Dalle reazioni del mondo laico non si direbbe.

Commenti

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  • iene 13 Marzo 2018

    SPROLOQUIARE . . . nient’ altro sa fare .
    SE LA SUONA E SE LA CANTA . . . nessuno s’incanta .
    Risultato : ROTTAMARE (e’ di moda) la nostra religione .
    E i mussulmani se la ridono . . . come le iene a pancia piena .

  • giorgio 13 Marzo 2018

    In Italia sono arrivati il peggio del peggio

  • Massimiliano di Saint Just 12 Marzo 2018

    Ha diviso e lacerato i cattolici sui divorziati ( i polacchi dicono che incoraggia l’adulterio), sui gay ( abominio per la Bibbia) e sui migranti invasori : perchè non va all’ONU per portarli in Argentina, Canada e Australia, terre spopolate?

    • fabio 13 Marzo 2018

      Io non credo che il problema stia nella diatriba: Papa di sinistra o Papa di destra; io penso, sperando ardentemente di sbagliare, che questo Papa abbia aperto una fessura importante fra la Sua persona e la Chiesa in quanto tale. Quando Papa Francesco dice di volere una Chiesa povera mi fa pensare, più che altro, ad una Chiesa ininfluente e diluita nella mentalità mondana. Il paragone con Giovanni XXIII, a mio parere, non regge in quanto Egli, indicendo un Concilio, pose la Chiesa di fronte al mondo per migliorarne la relazione generale e, in essa, la pastorale. L’operazione di Bergoglio è diversa tanto da far dire ad un anticlericale come Eugenio Scalfari A “Di Martedì”, intervistato da Giovanni Floris, che quest’anno, per la prima volta, ha messo la firma per la destinazione dell’Otto per mille alla Chiesa Cattolica e aggiunge “Sono un miscredente ma darò l’8 per mille alla Chiesa di Francesco, una Chiesa missionaria, più laica di questo Stato”. Da simili dichiarazioni emerge il fatto che questo Papa si pone come elemento a se stante rispetto alla Chiesa che rappresenta; oggi abbiamo: la Chiesa, il Papa e il mondo. Una Chiesa ininfluente o compiacente ben poco può contro il sistema economico che il Papa sembra voler combattere. L’accoglienza e l’attenzione della Chiesa verso i poveri non è nata con l’arrivo di Bergoglio, di questo ne era già ben consapevole anche Friedrich Nietzsche, che non era certo un chierichetto. Così come la condizione di “povero” non decreta, di per sè, uno stato di santità ma una sventura da sanare. Benedetto XVI scrisse, in uno dei volumi del Gesù di Nazareth, che la povertà è uno stato di grazia se benevolmente accolta e sopportata dal povero. Se non emergono tali distinzioni e precisazioni si rischia di scivolare verso la Teologia della Liberazione. Benedetto XVI poi, con l’enciclica Caritas in Veritate, ha affrontato in maniera organica e approfondita il problema del sistema di mercato e il liberismo selvaggio azzardando anche delle soluzioni. Questo pontificato, sempre a mio sommesso parere, rischia di trasformarsi in un ospedale da campo per i poveri e i derelitti ma, allo stesso tempo, in un inceneritore per la Chiesa così come la conosciamo.