Berlusconi a caccia di “responsabili”. La carta Tajani è stata penalizzante

8 Mar 2018 20:02 - di Redazione

“Ci proverò in tutti i modi, i numeri si troveranno…”. Silvio Berlusconi, raccontano dal suo entourage, non desiste. Forte del responso delle urne che ha indicato il centrodestra come prima coalizione, ilo leader di Forza Italia è convinto che almeno un tentativo di formare un governo vada fatto, pur di scongiurare l’approdo a palazzo Chigi dei cinque stelle.

La strada è impervia e piena di incognite, ma bisogna crederci. Pallottoliere alla mano, mancano, infatti, all’appello oltre 50 voti alla Camera e più di 20 al Senato. Per provare a mettere insieme una maggioranza in grado di esprimere un esecutivo stabile da proporre al Colle serve il soccorso di vari ‘responsabili’, una decina di eletti pentastellati (quelli coinvolti in ‘rimborsopoli’ o a rischio espulsione per ‘massoneria’) e di un pacchetto consistente di parlamentari Pd. Per questo gli occhi sono puntati sulla Direzione dem di lunedì prossimo. Il leader azzurro confida che il Pd non receda dai propositi di non arrivare a convergenze con i 5 stelle.

Sullo sfondo resta lo scetticismo degli azzurri sulla reale volontà di Salvini di andare a Palazzo Chigi. Con una prospettiva di nuove urne, infatti, il leader della Lega potrebbe preferire rinforzare la sua leadership da capo dell’opposizione.

A chi ha avuto modo di sentirlo in queste ore il presidente di Fi avrebbe confidato la sua volontà di trovare i voti in Parlamento. Ora non è chiaro se Berlusconi pensi davvero a Matteo Salvini come premier o abbia pronto un piano B. La convinzione di molti azzurri, infatti, è che il segretario della Lega sotto sotto non punti alla presidenza del Consiglio (dove pagherebbe lo scotto di ‘inciuci’ con il Pd), ma voglia fare il leader dell’opposizione, stando fermo un giro. Del resto, spiegano fonti forziste, ”Salvini è sempre stato un uomo di lotta e non di governo e il ruolo di premier gli starebbe stretto, perché così avrebbe le mani legate”. Berlusconi non vuole sprecare l’occasione di trovarsi nella coalizione che ha ottenuto il maggior numero di preferenze.

Quanto al sorpasso storico della Lega, il presidente forzista avrebbe sottolineato che a pesare sul deludente 14% di Fi sarebbe stato non solo l’handicap della sua incandidabilità, ma anche l’annuncio della premiership di Antonio Tajani. Secondo gli ultimi sondaggi in suo possesso, raccontano fonti azzurre, la carta dell’europeista Tajani, pur essendo un’ottima candidatura, avrebbe prodotto un effetto boomerang sull’elettorato più sensibile alle sirene euroscettiche.

 

Commenti

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  • Pino1° 8 Marzo 2018

    lo vedi tutte le mattina quello che cerchi, è nello specchio.

  • gio 8 Marzo 2018

    Temo sia tardi ormai. Il Cavaliere doveva pensarci prima ed evitare di appoggiare una legge elettorale siffatta. In realtà lui voleva fregare Salvini e Grillo, sperando nel governo di larghe intese col PD. Il risultato adesso è che il PD rientra dalla finestra e finirà per governare coi 5 stelle pur avendo preso schiaffi alle elezioni. Bel capolavoro di suicidio politico.

  • Carlo Fulco 8 Marzo 2018

    Ci sarebbe “la carta” Maroni, che è un leghista diverso sotto certi aspetti da Salvini ed è, inoltre, un uomo delle istituzioni (ministro dell’Interno edel lavoro nei governi Berlusconi ed ex presidente della regione Lombardia).

  • Laura Prosperini 8 Marzo 2018

    Secondo me è un punto fondamentale, FI è l’unico partito della coalizione che, malgrado il momento Storico estremamente favorevole alle destre ha perduto consensi invece di crescere!!!
    Questo anche perchè (io direi sopratutto) Antonio Tajani incarna perfettamente ciò che il Centrodestra deve fortemente/vigorosamente fronteggiare/combattere, il “liberismo globalista utile solo al sistema Bancario/Finanziario estremamente speculativo, per cui non ci si può, a posteriori interrogare sul perchè FI ha ottenuto il minimo storico????
    Un po di vera Politica lungimirante e meno sondaggi/statistiche che fotografano solo l’immediato (sono miopi).