Allarme terrorismo, caccia a un tunisino pronto colpire Roma

25 Mar 2018 12:32 - di Fortunata Cerri

È allarme terrorismo a Roma. Si chiama Atef Mathlouthi, ha 41 anni, ed è stato più volte arrestato dalla polizia a Palermo per spaccio di droga. Da ieri sera i carabinieri gli danno la caccia in tutta Italia, dopo che una lettera anonima è stata recapitata all’ambasciata italiana a Tunisi. Nella missiva si annuncia che il quarantenne è intenzionato a compiere atti di terrorismo nel nostro Paese. I militari dell’Arma, come riporta il Corriere della Sera, che mantengono il riserbo più stretto sulla vicenda, hanno avviato una serie di accertamenti per rintracciare il tunisino che, almeno secondo i primi riscontri, avrebbe manifestato l’intenzione di compiere una serie di attentati nel centro della Capitale, specialmente in caffè, siti turistici, centri commerciali e nella metropolitana. È subito scattato quindi il dispositivo di sicurezza, con il coinvolgimento anche delle altre forze dell’ordine impegnate nella prevenzione antiterrorismo.

Allarme terrorismo a Roma, la foto diramata in tutta Italia

La foto segnaletica del soggetto ricercato è stata diramata a tutti gli uffici investigativi e anche alle pattuglie sul territorio. Non è ancora chiaro se lo spacciatore tunisino sia radicalizzato o frequenti comunque luoghi di culto islamico a Roma o in altre città. Negli ultimi giorni poi sempre a Roma, riporta il Corriere,  è scattata la caccia a tre tir rubati in un deposito per il timore che possano essere utilizzati in attentati. Tempo fa era successo con due taxi e prima ancora con auto di aziende private.

Commenti

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  • Alessandra Botta 26 Marzo 2018

    Il risultato di far entrare barconi di immigranti senza sapere nulla di chi sono però li manteniamo in hotel sti delinquenti. Fuori tutti dal nostro paese che sta cambiando colore della pelle sono più i neri che i bianchi

    • Mara 26 Marzo 2018

      Questi sono sentimenti razzisti (pelle bianca, pelle nera)
      Sono d’accordo pero’ di non far entrare chiunque e di tenere
      controlli molto severi.