Addio a Stephen Hawking, uomo delle stelle. Icona della scienza moderna

14 Mar 2018 10:48 - di Elsa Corsini

È morto Stephen Hawking, il fisico di fama mondiale noto soprattutto per i suoi studi sui buchi neri. Si è spento nella sua casa a Cambridge all’età di 76 anni. Ad annunciare la notizia è stata l’Università di Cambridge. La sclerosi laterale amiotrofica, con la quale ha convissuto per gran parte della sua esistenza, non gli ha impedito di lavorare come docente e di svolgere i suoi studi su relatività, quantistica e cosmologia fino all’ultimo.

È morto Stephen Hawking, l’uomo delle stelle

«Siamo profondamente addolorati per la scomparsa oggi del nostro amato padre», hanno dichiarato in un comunicato i figli Lucy, Robert e Tim, «era un grande scienziato ed un uomo straordinario il cui lavoro e il cui lascito resteranno per molto tempo». I figli di Hawking hanno lodato «il coraggio e la perseveranza» del padre il cui «acume e umorismo» hanno ispirato la gente nel mondo. «Una volta disse “Un universo non sarebbe molto, se non fosse la casa delle persone che ami”. Ci mancherà per sempre».

Chi era il fisico dei buchi neri

Cosmologo, fisico e geniale astrofisico. Hawking, nonostante la malattia che aveva devastato il suo corpo, non ha mai semsso di cercare risposte a domande sull’esistenza umana. Aveva solo 21 anni quando i medici gli comunicarono che gli restavano appena due anni di vita. Ma l’astrofisico non si è mai arreso, ha sempre mantenuto in attività la mente, tanto da diventare, negli anni, uno dei pochi pazienti al mondo affetti da questa malattia a vivere così a lungo. Costretto all’immobilità dagli anni Ottanta, Hawking era limitato dalla patologia a comunicare con un sintetizzatore vocale. Grazie alla sua immagine pubblica, mediata dalle numerose apparizioni in documentari e trasmissioni televisive, divenne una delle icone popolari della scienza moderna. Nato a Oxford l’8 gennaio 1942, l’astrofisico ha sempre saputo che da grande sarebbe diventato uno scienziato. «Il mio obiettivo è semplice – disse una volta – voglio sapere da dove viene l’universo, come e perché è iniziato e come andrà a finire». A scuola, la sua grande passione per la matematica gli valse il soprannome di Einstein tra i compagni di classe. «Non ero bravo nei giochi con la palla e facevo disperare gli insegnanti con la mia calligrafia», raccontava. Nonostante la depressione seguita alla diagnosi della malattia nel 1963, che ufficialmente gli lasciava solo due anni di vita, proseguì brillantemente gli studi. Già malato, nel 1965 sposò la sua prima moglie, Jane Wilde, che gli farà da infermiera e dalla quale avrà tre figli: Robert, Lucy e Tim. Sebbene si sentisse «un po’ scioccato» dalla malattia, nella sua autobiografia Breve storia della mia vita, Hawking rivelò di non essersi mai sentito dispiaciuto per se stesso. Pensava spesso a un bambino che, nel letto d’ospedale di fronte a lui, stava morendo di leucemia.

Un’icona mondiale, un esempio di amore

Hawking è stato uno dei più grandi esperti mondiali di gravità e buchi neri. Sua la sorprendente scoperta che, in certe condizioni, i buchi neri possono emettere particelle subatomiche. «Anche se il mio studio lo spiega – scrisse l’astrofisico – quando scoprii perché i buchi neri emettono radiazioni termiche fu una vera sorpresa: la prima cosa che pensai fu che avevo commesso un errore». Nel 2014 gli venne dedicata la splendida pellicola La teoria del tutto, diretta da James Marsh, Per la sua interpretazione, l’attore Eddie Redmayne vinse l’Oscar come migliore attore protagonista.

Commenti

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  • 14 Marzo 2018

    I am so sad to read this news, I had the pleasure of speaking with Hawking on several occasions….extremely intelligent human being and a really polite, nice man…my condolences go out to his family..science has lost a brilliant man!!